Riforme: sempre più lontani dalla democrazia

Con la riforma del Senato e la discussione della nuova legge elettorale denominata Italicum stanno per essere approvati , anche attraverso emendamenti considerati minori, cambiamenti radicali del nostro già zoppicante assetto democratico, che sbilanceranno gli equilibri di potere tra governo e Parlamento a favore di un governo forte e affonderanno ulteriormente le possibilità di un controllo […]

parlamento snello - T1Con la riforma del Senato e la discussione della nuova legge elettorale denominata Italicum stanno per essere approvati , anche attraverso emendamenti considerati minori, cambiamenti radicali del nostro già zoppicante assetto democratico, che sbilanceranno gli equilibri di potere tra governo e Parlamento a favore di un governo forte e affonderanno ulteriormente le possibilità di un controllo diretto dei cittadini sull’operato del lo stesso. In buona sostanza il governo, qualsiasi esso sia, forte della sua maggioranza assoluta sarà libero di operare senza troppi ostacoli sia a livello parlamentare che cittadino e finalmente  potrà fare di noi ciò che vuole.

Ancora una volta, inebetiti da parole come governabilità, efficienza o cambiamento, complice un sistema di informazione che ci indirizza ad accettare il peggio spacciandolo per l’inevitabile, non ci rendiamo conto di come queste mutazioni stiano cambiando  il dna della nostra Costituzione e configurando una vera e propria dittatura, la cui caratteristica sta proprio nel potere assoluto di chi la detiene e nell’impossibilità di controllo o interferenza da parte dei cittadini.

In buona sostanza,  avremo un Senato non elettivo di nominati dal governo, deputati eletti senza preferenze, soglie di sbarramento sempre più alte, premi di maggioranza abnormi per il partito che prenderà più voti. Di contro, se consideriamo gli strumenti di democrazia diretta come un freno a eventuali  leggi distruttive e antipopolari che già oggi si verificano di frequente, con queste riforme si rende quasi impossibile il loro utilizzo. Infatti passa da 500.000 a 800.000 la soglia di raccolta firme per il referendum abrogativo (anche se si abbassa il quorum) e le firme per la presentazione di leggi di iniziative popolari passeranno da 50.000 a 250.000.

Non ci sono bastate le riforme del lavoro, quelle sulle pensioni, le privatizzazioni selvagge, la tassazione lineare che ha colpito la classe media e fatto schizzare la soglia di povertà, la distruzione del nostro tessuto produttivo di piccole e medie imprese per comprendere che senza un controllo popolare diretto e incisivo siamo in preda a un manipolo di persone che rivendicano di essere “gli eletti”. Questo potere loro se lo stanno prendendo sempre di più, marginalizzando l’intervento popolare e creando le condizioni per farlo proprio scomparire!

Il Partito Umanista, anche attraverso la presentazione di una proposta di Legge di iniziativa popolare sulla Responsabilità Politica, ha denunciato e denuncia la continua manipolazione della democrazia, che si è ridotta per i cittadini alla possibilità di esprimere un voto ogni quattro anni su un simbolo e nulla più.

Per il Partito Umanista le persone, i cittadini, il loro contributo in termini di esperienza, discussione, responsabilizzazione e decisione rimangono sempre e comunque l’elemento imprescindibile  alla base della politica, che è essa stessa strumento dei cittadini e non contro di essi.

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