Israele e Hamas hanno accolto la richiesta delle Nazioni Unite e concederanno oggi alle popolazioni delle due parti una tregua umanitaria dalle 10 alle 15 (dalle 9 alle 14 italiane). Già la notte appena trascorsa è stata relativamente più tranquilla ma nelle ultime ore sono riesplosi gli scontri. Si contano almeno 20 raid aerei israeliani contro Gaza. L’ultimo in ordine di tempo è scattato all’alba contro una presunta base del Jihad Islami nel sud di Gaza che ha fatto tre morti. I feriti sono almeno 12.
Un violento scontro a fuoco tra miliziani di Hamas e soldati israeliani è avvenuto sul confine all’altezza di Rafah, nel sud di Gaza, in cui sono rimasti uccisi almeno 5 palestinesi all’uscita di un tunnel sotterraneo. Secondo quanto si è appreso un commando di Hamas è penetrato in territorio israeliano, vicino Sufa, ma è stato subito scoperto.
Tre palestinesi, civili stando alle prime informazioni, sono stati uccisi da una cannonata israeliana contro Rafah
Respireranno i palestinesi dopo la giornata insaguinata di ieri in cui Israele ha intensificato i suoi attacchi aerei facendo altri 25 morti, tra i quali 8 bambini. In nove giorni di offensiva aerea e navale sono stati uccisi almeno 227 palestinesi, in buona parte civili. I razzi palestinesi hanno fatto una sola vittima israeliana. Desta ancora sdegno e forte emozione l’uccisione ieri pomeriggio sulla spiaggia di Gaza city di quattro bimbi della famiglia Bakr, colpiti da due missili lanciati da una nave da guerra. I comandi militari israeliani hanno aperto un’inchiesta ma già sostengono che “l’errore” sarebbe da attribuire ad Hamas, a causa della presunta presenza di “operativi” del movimento islamico nella zona colpita. Una versione che i palestinesi smentiscono categoricamente e che non sembra trovare alcuna conferma nei filmati e nei resoconti forniti anche dai giornalisti internazionali presenti in gran numero nella zona.
Poco prima dell’alba le sirene di allarme sono risuonate in Israele per il lancio di qualche razzo da Gaza ma la tensione è stata più bassa rispetto a ieri quando il movimento islamico e i suoi alleati hanno sparato 132 razzi verso lo Stato ebraico. Questa mattina ci sono stati numerosi lanci di razzi sul centro di Israele, anche verso Tel Aviv.
Il futuro si gioca tutto in Egitto, crocevia dell’azione diplomatica volta a raggiungere un cessate il fuoco permanente. Il presidente palestinese Abu Mazen è da ieri al Cairo per colloqui con il presidente Abdel Fattah al Sisi e per incontrare Musa Abu Marzuk, numero due di Hamas. E oggi nella capitale egiziana potrebbe arrivare anche una delegazione israeliana. Dietro le quinte si muovono anche Stati Uniti, Turchia e altri paesi. A tutti è chiaro un punto. Un fallimento della trattativa darebbe il via all’offensiva di terra israeliana contro Gaza. Il premier Netanyahu ieri ha ordinato il richiamo di altri 8000 riservisti, in più ai 40 mila già mobilitati nei giorni scorsi. Per Giora Eiland, ex direttore del Consiglio nazionale della sicurezza israeliana, l’offensiva di terra è l’unico modo “distruggere” la rete di tunnel costruito da Hamas portare armi. “Sembra che andiamo in questo direzione “, ha commentato. Nena News
uf
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