L’Aula del Senato ha approvato in seconda lettura – mettendo la fiducia – il decreto Cultura e turismo. Il provvedimento, che rispetto al testo uscito dalla Camera non ha subito modifiche, contiene diverse misure: dal cosiddetto Art bonus per favorire il mecenatismo culturale, a norme straordinarie per l’accelerazione degli interventi di riqualificazione di Pompei, fino a incentivi per il cinema, per la digitalizzazione e la riqualificazione delle strutture ricettive italiane.
ART BONUS E MECENATISMO CULTURALE
Un credito d’imposta per privati (persone fisiche e enti non commerciali) che vogliono effettuare donazioni per interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici, per il sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica e per la realizzazione di nuove strutture, il restauro e il potenziamento di quelle esistenti. Le donazioni potranno essere effettuate anche a favore di ‘fondazioni lirico-sinfoniche o di enti o istituzioni pubbliche che, senza scopo di lucro, svolgono esclusivamente attività nello spettacolo’.
Nello specifico il credito d’imposta (nei limiti del 15% del reddito imponibile e nei limiti del 5 X 1000 per i soggetti titolari di reddito d’impresa) sarà del 65% dal 2014 alla fine del 2015, e del 50% dal 2016 al 2019. I fondi messi a disposizione sono in tutto 52,6 milioni. I soggetti beneficiari delle donazioni comunicano mensilmente al ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo l’ammontare delle cifre ricevute. Tutti i dati relativi alle donazioni (ammontare, destinazione, utilizzo) verranno pubblicate su internet. Le donazioni potranno essere effettuate anche dai singoli cittadini attraverso una piattaforma di crowdfunding sul sito del ministero.
POMPEI
Per velocizzare i lavori di riqualificazione del sito archeologico, nell’ambito del ‘Grande progetto Pompei’, al direttore generale di progetto viene data la possibilità di derogare a diverse norme del Codice dei contratti pubblici, pur nel rispetto del protocollo di legalità stipulato con la competente prefettura-ufficio territoriale del Governo.
Il direttore generale, in un contesto di nuove misure introdotte dalle commissioni competenti per favorire la trasparenza, potrà ricorrere, in sede di aggiudicazione dei lavori, servizi e forniture affidati dalla stazione appaltante, al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa o della media.
Tra le altre cose la soglia per il ricorso alla procedura negoziata viene innalzata a 1,5 milioni. Sempre possibile l’esecuzione d’urgenza dei lavori in caso di rischio di ‘un grave danno all’interesse pubblico’ o di ‘perdita di finanziamenti comunitari’. Spariscono le deroghe previste inizialmente per l’innalzamento delle cosiddette varianti in corso d’opera.
Viene introdotto, per il direttore generale, l’obbligo adottare ‘un piano di gestione dei rischi e di prevenzione della corruzione’ e di individure ‘un responsabile di comprovata esperienza e professionalità’ per l’attuazione e la vigilanza ‘sul funzionamento e sull’organizzazione del piano’. Per accelerare la realizzazione degli interventi previsti viene costituita infine una segreteria tecnica di progettazione presso l’Unità Grande Pompei, composta da non più di 20 unità di personale per un costo massimo di 900mila euro nel biennio 2014/15.
LA REGGIA DI CASERTA
Entro il 31 dicembre 2014 è predisposto il Progetto di riassegnazione degli spazi dell’intero complesso della Reggia di Caserta, comprendente la Reggia, il Parco reale, il Giardino ‘all’inglese’, l’Oasi di San Silvestro e l’Acquedotto Carolino, con l’obiettivo di restituirlo alla sua destinazione culturale, educativa e museale.
Entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto viene quindi nominato un commissario straordinario. Il commissario è nominato tra esperti di comprovata competenza, provenienti dai ruoli del personale dirigenziale del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo o delle altre amministrazionistatali e dura in carica fino al 31 dicembre 2014.
Il commissario potrà convocare riunioni tra tutti i soggetti pubblici e privati che operano negli spazi del complesso della Reggia, anche allo scopo di verificare la compatibilità delle attività svolte con la destinazione culturale, educativa e museale del sito; svolgere funzioni di coordinamento; gestire gli spazi comuni del complesso della Reggia, monitorandone l’uso da parte dei soggetti presenti; predisporre entro il 31 dicembre 2014 il progetto di riassegnazione e di restituzione degli spazi del complesso della Reggia alla loro destinazione culturale, educativa e museale, stabilendo un crono-programma relativo alla delocalizzazione graduale delle attività svolte negli spazi del complesso.
LE FONDAZIONI LIRICO-SINFONICHE
Il fondo di rotazione per la concessione di finanziamenti trentennali alle fondazioni che hanno presentato il piano di risanamento viene incrementato di 50 milioni di euro per l’anno 2014.
Eventuale personale in esubero delle fondazioni lirico-sinfoniche che, in deroga alla riforma Fornero, rientri nel quinquennio antecedente alla maturazione dell’anzianità massima contributiva di 40 anni, potrà essere esonerato dal servizio con retribuzione pari al 50% di quella complessivamente goduta. Il personale che risulti ancora eccedente è assunto dalla società Ales SpA.
Le fondazioni lirico-sinfoniche dovranno inoltre conformare, pena commissariamento, i propri statuti a quanto previsto dal dl Valore Cultura entro il 31 dicembre 2014.
Entro il 31 ottobre 2014 il ministro deve individuare, in base a criteri da emanare di concerto con il Mef entro il 31 luglio 2014, le fondazioni lirico sinfoniche che si dotano di forme organizzative speciali che percepiranno, a decorrere dal 2015, un contributo del Fus determinato con una percentuale con valenza triennale. Viene fissato un tetto al trattamento economico onnicomprensivo di amministratori, dipendenti e consulenti delle fondazioni lirico-sinfoniche ai sensi della spending review. Per valorizzare e sostenere le attività operistiche nella Capitale, la Fondazione Teatro dell’Opera di Roma assume il nome di Teatro dell’Opera di Roma Capitale.
Viene istituito infine un tavolo tecnico presso il Mibact tra le fondazioni lirico-sinfoniche, il sistema bancario e la Cassa depositi e prestiti ‘finalizzato all’individuazione di misure utili a garantire la sostenibilità del debito gravante sulle fondazioni e il contenimento degli oneri finanziari’.
LE MISURE A FAVORE DEL CINEMA
Per attrarre investimenti esteri in Italia nel settore della produzione cinematografica, il limite massimo del credito d’imposta per le imprese di produzione esecutiva e le industrie tecniche che realizzano in Italia, utilizzando mano d’opera italiana, film o parti di film stranieri viene innalzato da 5 a 10 milioni di euro. Le somme del fondo non impegnate nel 2014 potranno essere utilizzate nel 2015. Lo stanziamento per le agevolazioni fiscali al cinema e agli audiovisivi viene inoltre aumentato di 5 milioni di euro e passa da 110 a 115 milioni.
Si istituisce inoltre un credito d’imposta del 30%, per il biennio 2015/16, sui costi per il ripristino, il restauro e l’adeguamento strutturale e tecnologico delle sale cinematografiche, esistenti almeno dal 1° gennaio 1980.
Nel dettaglio il credito d’imposta sarà concesso alle imprese di esercizio cinematografico ‘che abbiano i requisiti della piccola e media impresa ai sensi della normativa comunitaria’. L’incentivo sarà riconosciuto fino ad una spesa massima 100mila euro. Le risorse messe a disposizione saranno 12 milioni di euro, 3 milioni all’anno dal 2015 e il 2018, presenti in un Fondo per il restauro delle sale cinematografiche storiche, istituito presso il ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo grazie a fondi già stanziato dal decreto cultura dell’ex ministro Bray.
Viene previsto inoltre che ‘a decorrere dal 1 gennaio 2015 e fino al 31 dicembre 2018, una quota pari al sette per cento dell’imposta sul valore aggiunto applicata al titolo d’ingresso a pagamento nelle sale cinematografiche’ sarà destinata proprio al Fondo per il restauro delle sale cinematografiche.
INCENTIVI HOTEL PER DIGITALIZZAZIONI E RISTRUTTURAZIONI
Il decreto individua per le strutture ricettive due incentivi fiscali, uno per la digitalizzazione e uno per la riqualificazione edilizia.
Per favorire ‘la digitalizzazione del settore’ viene istituito un credito d’imposta, per gli anni 2014, 2015, 2016, del 30% dei costi sostenuti fino ad un importo massimo di 12.500 euro. I fondi messi a disposizione sono in tutto 75 milioni. A poterne beneficiare saranno gli esercizi ricettivi singoli o aggregati con servizi extra-ricettivi o ancillari, nonché, per una quota non superiore al 10% delle risorse messe a disposizione, le agenzie di viaggi e i tour operator (agenzie intermediarie o agenzie specializzate in turismo incoming). Potranno rientrare nell’incentivo, per esempio, costi per impianti wi-fi e per siti web ottimizzati per il sistema mobile. L’incentivo è revocato se i beni oggetto degli investimenti sono destinati a finalità estranee all’esercizio di impresa.
Il secondo incentivo è un credito d’imposta del 30% per spese sostenute, fino ad un massimo di 200mila euro, per la riqualificazione – compreso l’efficientamento energetico – e l’accessibilità delle imprese alberghiere. I fondi messi a disposizione sono 20 milioni per il 2015 e 50 milioni all’anno dal 2016 al 2019. Una quota pari al 10% delle risorse, per ciascun anno, potrà essere destinata a spese relative all’acquisto di mobili e componenti d’arredo, ‘a condizione che il beneficiario non ceda a terzi o destini i beni oggetto degli investimenti a finalità estranee all’esercizio di impresa prima del secondo periodo di imposta successivo’. Il credito varrà anche per interventi di manutenzione straordinaria e interventi di restauro e di risanamento conservativo.
Il ministro dei Beni e delle attività culturali dopo tre mesi dall’entrata in vigore del decreto dovrà stabilire, tra le altre cose, le tipologie di strutture alberghiere e di interventi ammessi al credito d’imposta.
AGGIORNAMENTO SISTEMA CLASSIFICAZIONE HOTEL
Viene stabilito che il ministro dei Beni e delle attività culturali, con un decreto da emanare entro tre mesi dall’entrata in vigore del decreto, dovrà aggiornare ‘gli standard minimi e uniformi su tutto il territorio nazionale dei servizi e delle dotazioni per la classificazione delle strutture ricettive e delle imprese turistiche, ivi compresi i condhotel e gli alberghi diffusi, tenendo conto delle specifiche esigenze connesse alle capacità ricettiva e di fruizione dei contesti territoriali’. Il decreto dovrà essere emanato d’intesa con la Conferenza unificata, tenendo conto anche dell’accessibilità per i disabili e dell’efficientamento energetico degli edifici.
START-UP INNOVATIVE DEL TURIMO
Saranno considerate Start-up innovative anche le Start up del turismo che abbiano, per esempio, come oggetto sociale la promozione dell’offerta turistica nazionale attraverso l’uso di tecnologie e lo sviluppo di software originali.
Queste imprese potranno quindi usufruire delle agevolazioni del decreto Passera come, per esempio, l’esenzione degli oneri per l’avvio o gli incentivi per l’assunzione di personale o per gli investimenti. Il decreto stanzia 1,5 milioni a decorrere dal 2015, coperti dalla riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica.
VALORIZZAZIONE DEI BENI CULTURALI
Entro il 31 dicembre di ogni anno verrà adottato il Piano strategico ‘Grandi Progetti Beni culturali’, per la crescita della capacità attrattiva del Paese. Il Piano individua beni o siti di eccezionale interesse culturale e di rilevanza nazionale per i quali sia necessario e urgente realizzare interventi organici di tutela, riqualificazione, valorizzazione e promozione culturale, anche a fini turistici, che potranno usufruire di 5 milioni di euro per il 2014, 30 milioni di euro per il 2015 e 50 milioni di euro per il 2016.
Viene prevista inoltre l’attuazione del ‘Programma Italia 2019’, destinato a valorizzare i progetti elaborati dalle città che hanno presentato la propria candidatura a Capitale europea della cultura 2019, anche attraverso l’utilizzo dei fondi europei 2014/20. A questo proposito ogni anno verrà nominata una Capitale italiana della cultura, che potrà avvalersi di 1 milione all’anno, messi a disposizione per cinque anni dal Fondo di sviluppo e coesione, per il miglioramento della fruizione del patrimonio culturale.
I FONDI PER LA CULTURA E IL TURISMO
A decorrere dal 2014 la quota pari al 3% delle risorse del ministero dei Trasporti e delle infrastrutture destinata al Mibact, per investimenti in favore dei beni culturali, diventerà strutturale. Di questi fondi 3 milioni di euro annui, per il triennio 2014/16, saranno destinati a finanziare progetti di attività culturali, elaborati da enti locali nelle periferie urbane.
Il decreto dispone inoltre una proroga, al 31 marzo 2015, per l’utilizzo dei fondi del decreto Destinazione Italia destinati ai Comuni per la valorizzazione dei beni storico-artistici in vista dell’Expo.
Nell’ambito delle iniziative del Piano nazionale garanzia giovani, il Fondo mille giovani per la cultura viene inoltre rifinanziato con un 1 milione di euro per il 2015.
MISURE PER SOPPERIRE ALLA CARENZA DI PERSONALE
Gli istituti e i luoghi della cultura dello Stato, delle Regioni e degli altri enti pubblici territoriali vengono autorizzati a impiegare, con contratti di lavoro a tempo determinato, professionisti di età non superiore a 40 anni, individuati con apposita procedura selettiva. La norma inizialmente era stata pensata per favorire l’occupazione giovanile, riservata a giovani di età inferiore a 29 anni.
Al fine di assicurare l’espletamento delle funzioni di tutela, fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale statale, nelle more della definizione delle procedure di mobilità, le assegnazioni temporanee del personale non dirigenziale del comparto Scuola presso il ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo potranno essere prorogate fino al 31 agosto 2015.
ESTENSIONE DEI DISTRETTI TURISTICI
I distretti turistici-alberghieri potranno essere istituiti non solo ‘nei territori costieri’ ma su tutti i ‘territori interessati’. La misura stabilisce anche che l’istituzione dei distretti non dovrà più avvenire con decreto del Consiglio dei ministri ma con decreto del ministro per i Beni e le attività culturali. ‘Nell’ambito dei distretti – si legge nel testo – possono essere realizzati progetti pilota, concordati con i ministeri competenti in materia di semplificazione amministrativa e fiscalità’.
Tra le altre cose viene stabilito che le misure di agevolazione e di semplificazione connesse al regime proprio delle ‘zone a burocrazia zero’ trovano applicazione ‘per tutte le aree e gli immobili ricadenti nell’ambito territoriale del distretto turistico, ancorché soggetti a vincolo paesaggistico-territoriale o del patrimonio storico-artistico’.
USO GRATUITO BENI DEMANIO ABBANDONATI E PIANO MOBILITÀ
I beni abbandonati del demanio, come case cantoniere, caselli, stazioni ferroviarie o marittime, fortificazioni e i fari, potranno essere concessi ad uso gratuito a imprese, cooperative e associazioni, costituite in prevalenza da soggetti fino a quaranta anni, con oneri di manutenzione straordinaria a carico del concessionario. Il termine di durata della concessione non potrà essere superiore a nove anni, rinnovabili una sola volta per altri nove.
Lo scopo è favorire, attraverso la nascita di ostelli o altre strutture ricettive sul modello del cammino di Santiago, la realizzazione di percorsi pedonali, ciclabili, equestri, mototuristici, fluviali e ferroviari. Per questo, entro 180 giorni dall’entrata in vigore del decreto, il ministero delle Infrastrutture, d’intesa con il Mibact e la Conferenza Stato-Regioni, dovrà redigere e adottare un piano straordinario della mobilità turistica.
RICORSO PIÙ FACILE CONTRO I PARERI DELLE SOPRINTENDENZE
Vengono istituite delle commissioni di garanzia per la tutela del patrimonio culturale, costituite esclusivamente da personale del Mibact, per chiedere il ricorso contro i pareri delle soprintendenze. Nello specifico, le nuove commissioni regionali o interregionali ‘possono riesaminare la decisione (delle soprintendeze; Ndr)’ entro il termine perentorio di 10 giorni dalla ricezione dell’atto. Decorso
inutilmente il termine di 10 giorni l’atto si intende confermato attraverso il meccanismo del silenzio-assenso. Oggi si può fare ricorso solo impugnando il parere della soprintendenza davanti la magistratura ordinaria. Questa nuova procedura ‘si applica altresì nell’ipotesi di dissenso espresso in sede di conferenza di servizi’.
FOTO LIBERE NEI MUSEI
Il decreto rivede la normativa per la riproduzione delle immagini dei beni storico-artistici consentendo, in sintesi, a tutti – soggetti pubblici e privati – di fare foto, purché non a scopo di lucro. Nel dettaglio viene consentita ‘la riproduzione di beni culturali, diversi dai beni bibliografici e archivistici, attuata con modalità che non comportino alcun contatto fisico con il bene, né l’esposizione dello stesso a sorgenti luminose, né, all’interno degli istituti della cultura, l’uso di stativi o treppiedi’; e ‘la divulgazione con qualsiasi mezzo delle immagini di beni culturali, legittimamente acquisite, in modo da non poter essere ulteriormente riprodotte a scopo di lucro, neanche indiretto’.
TAVOLO INTERMINISTERIALE PER RIFORMA TAX-REFUND
Il decreto, grazie alle richieste del Movimento 5 stelle, istituisce un gruppo di lavoro ‘finalizzato a individuare princìpi e criteri per la disciplina dei contratti di intermediazione finanziaria tax free shopping’ per cercare di ‘individuare risorse da destinare alle attività di promozione del turismo’. Al gruppo di lavoro, istituito presso il ministero dell’Economia, partecipano rappresentanti del ministero dell’Economia, del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, del ministero della Giustizia, del ministero degli Affari esteri e del Dipartimento per le Politiche europee della presidenza del Consiglio dei ministri. Entro cinque mesi dall’inizio della sua attività il gruppo di lavoro deve concludere i propri lavori e formulare le sue proposte operative.
NASCE MANAGER MUSEALE CON AUTONOMIA FINANZIARIA
I poli museali, gli istituti e luoghi della cultura statali e gli uffici competenti su complessi di beni distinti da eccezionale valore archeologico, storico, artistico o architettonico, potranno essere trasformati in soprintendenze dotate di autonomia scientifica, finanziaria, contabile e organizzativa. In questi organismi subentra al consiglio di amministrazione un amministratore unico, da affiancare al soprintendente, con specifiche competenze gestionali e amministrative in materia di valorizzazione del patrimonio culturale. I poli museali e gli istituti della cultura statali di rilevante interesse nazionale potranno costituire uffici di livello dirigenziale.
LA RIFORMA DELL’ENIT E LIQUIDAZIONE PROMUOVI ITALIA
Il decreto trasforma l’Enit-Agenzia nazionale del turismo in ente pubblico economico, sottoposto alla vigilanza del ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo. La fase di transizione sarà gestita da un commissario straordinario.
Il nuovo Enit potrà intervenire per individuare, organizzare, promuovere e commercializzare i servizi turistici e culturali e per favorire la commercializzazione dei prodotti enogastronomici, tipici e artigianali in Italia e all’estero, con particolare riferimento agli investimenti nei mezzi digitali, nella piattaforma tecnologica e nella rete internet, ‘anche al fine di realizzare e distribuire una Carta del turista, anche solo virtuale, che consenta, mediante strumenti e canali digitali e apposite convenzioni con soggetti pubblici e privati, di effettuare pagamenti a prezzo ridotto per la fruizione integrata di servizi pubblici di trasporto e degli istituti e dei luoghi della cultura’. Al nuovo Enit spetterà anche la gestione del portale Italia.it
Il decreto prevede anche la liquidazione di Promuovi Italia, la società che svolge, per conto delle amministrazioni centrali e regionali competenti, attività di assistenza tecnica per attività di supporto agli interventi a sostegno dello sviluppo dell’industria turistica. Il compito spetterà al commissario straordinario che gestirà la fase di transizione dell’Enit e che dovrà tener conto delle commesse di Promuovi Italia in essere. Potranno essere stipulati accordi con le società Italia Lavoro e Invitalia per prevedere il trasferimento presso questi enti del personale non assegnato all’Enit.
Lascia un commento