Il consigliere straniero del Comune dell’Aquila Gamal Bouchaib in una nota scrive: “Provo amarezza. La consulta stranieri istituita al Comune dell’Aquila non è stata chiamata né consultata in vista della Perdonanza. Tutto questo – prosegue Gamal – malgrado la presenza di 12 etnie all’interno della consulta. Ma ad amareggiare di più è soprattutto la bocciatura della proposta del Festival delle culture all’interno del programma della Perdonanza Celestiniana. Prendiamo atto che non rientriamo nelle scelte dell’amministrazione per questo evento”.
“Il perdono – continua il consigliere straniero – è donare a oltranza , andare verso l’altro, includerlo nella propria comunità dandogli spazio con un coraggio decisionale che ad oggi non c’è. A questo punto mi chiedo se sia opportuno per chi rappresenta la comunità straniera all’interno dell’amministrazione comunale non fare una onesta riflessione intellettuale, per dare risposta alla città. Io lo farò con tutto l’impegno che questo comporterà”.
“Annuncio una riunione a settembre della consulta stranieri al Comune dell’Aquila sulla quale si deciderà il da farsi per il bene della città”, conclude Bouchaib.
NdR – Il Festival delle Culture è nato a L’Aquila nel 2001 per promuovere la conoscenza e il rispetto tra le diverse etnie nella consapevolezza che sia fondamentale e urgente irrobustire la cultura del dialogo, purtroppo, è stato interrotto nel 2009 a causa del terremoto, dopo ben otto edizioni.
Anche quest’anno le luci non si accenderanno per un evento che per otto anni ha visto crescere un consenso di artisti e di pubblico. Un’esperienza collettiva a costi ridottissimi ma evidentemente non in linea con la ”normalità” ricercata da chi ritiene che L’Aquila non meriti una politica culturale in grado di esaltare il grande fermento interculturale artistico che la attraversa, ma piuttosto costosi eventi mass-mediatici con esigue ricadute sul territorio. L”attuale amministrazione comunale dell’Aquila non ha mai creduto in pieno al dialogo “interculturale” assumendo spesso atteggiamenti superficiali su queste tematiche.
Quindi, la notizia è questa: NON È per la crisi economica che il Festival delle culture non si fa.
Ma PERCHÉ l’amministrazione dell’Aquila non crede fortemente alla diversità culturale – intesa come processo dinamico in cui il dialogo interculturale è il fattore che permette di gestire meglio il cambiamento culturale – chiamata a diventare una
potente leva per rinnovare le strategie della comunità in favore dello sviluppo e della pace, sulla base del rispetto dei diritti dell’uomo universalmente riconosciuti. Benché si consideri talvolta che abbia solo un’importanza secondaria, la diversità
si colloca tuttavia al centro delle politiche di progettazione e di coesione per lo sviluppo di un territorio.
Il Festival delle culture è stato costruito, insieme con tutta la comunità degli stranieri, giorno per giorno, per moltissimi anni.
È tempo che questa costruzione sia assunta all’interno del territorio e delle sue istituzioni come segnale tangibile verso la diversità culturale che da anni è parte integrante della nostra città. Come si può pensare di “rendere il giubileo celestiniano un patrimonio di tutta la comunità e lanciare un messaggio di riconciliazione, perdono e pace” ignorando le 12 etnie della Consulta?
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