Stamina: per Noemi cure d’urgenza

“A prescindere dalla sua posizione nella cosiddetta lista di attesa” il tribunale dell’Aquila “dispone che si proceda ad iniziare il trattamento nei confronti della piccola Noemi”. E’ questo uno dei passaggi chiave dell’ordinanza con cui il Tribunale del capoluogo abruzzese riconferma l’urgenza affinche’ gli Spedali civili di Brescia procedano alle cure attraverso infusioni di cellule […]

noemi“A prescindere dalla sua posizione nella cosiddetta lista di attesa” il tribunale dell’Aquila “dispone che si proceda ad iniziare il trattamento nei confronti della piccola Noemi”. E’ questo uno dei passaggi chiave dell’ordinanza con cui il Tribunale del capoluogo abruzzese riconferma l’urgenza affinche’ gli Spedali civili di Brescia procedano alle cure attraverso infusioni di cellule staminali dettate dal metodo stamina alla piccola Noemi, la bimba di Guardiagrele (Chieti) affetta da Sma1, Atrofia muscolare spinale. I giudici, Giovanni Novelli, Roberto Ferrari e Giuseppe Grieco, nel dare agli Spedali di Brescia chiarimenti sulle modalita’ di attuazione delle cure alla piccola Noemi che attende dallo scorso mese di dicembre il trattamento, oltre al ruoo di commissario ad acta attribuisce alla dottoressa Erica Molino anche quello di ausiliare del giudice, rigettando l’istanza di ricusazione dell’azienda sanitaria lombarda nei confronti della stessa biologa ritenuta “vicina al metodi stamina”, ideato dal professor Davide Vannoni, della Stamina Foundation. “Il Tribunale dell’Aquila – si legge ancora nell’ordinanza – ribadisce le modalita’ di esecuzione del trattamento che devono essere individuate dalla dottoressa Molino, nominata capo dell’equipe incaricata di condurre il trattamento e quindi spetta alla stessa la decisione, prettamente tecnica, in ordine alle modalita’ delle infusioni (se per via endovenosa ed intramuscolo ovvero per via intratecale), cosi’ come la decisione in merito alla somministrazione delle cellule staminali gia’ presenti nella struttura sanitaria ovvero utilizzando cellule, se dalla stessa ritenuto necessario, provenienti aliude”. In questo senso, il tribunale ordina che alla Molino “deve intendersi attribuito il potere di decidere in ordine a qualsiasi altra problematica inerente il trattamento, specificando che a tal fine la stessa va considerata, oltre che capo dell’equipe medica, anche, a tutti gli effetti, ausiliario del giudice”.

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