Paure e lacrime diverse

Londra è nel panico ed scrive il Daily Mail che almeno uno su quattro dei circa 2.000 stranieri che hanno combattuto sotto le insegne dell’ISIS in Siria e in Iraq è britannico , la metà dei quali già tornata nel Regno Unito, pronto a colpire al cuore l’Inghilterra e l’Occidente in nome e per conto […]

Tornado-860x280Londra è nel panico ed scrive il Daily Mail che almeno uno su quattro dei circa 2.000 stranieri che hanno combattuto sotto le insegne dell’ISIS in Siria e in Iraq è britannico , la metà dei quali già tornata nel Regno Unito, pronto a colpire al cuore l’Inghilterra e l’Occidente in nome e per conto del “califfato universale” che intende colpire senza quartiere al cuore dei miscredenti.

Certo è, come scrive il Messaggero,che nei giorni scorsi diversi britannici hanno pubblicato foto e messaggi dai territori delle mattanze ed Abdel Bary rapper britannico convertito alla causa degli estremisti islamici, solo pochi giorni aveva postato una foto dalla Siria in cui esibisce la testa mozzata di un nemico.

Ed un altro convertito, Mahdi Hassan, ha fatto parlare di sé per aver scritto un vero e proprio prontuario di consigli utili per chi si voglia unire alle milizie dei terroristi Isis ed un altro, Reyaad Khan, ha twittato foto di tavole imbandite con riso, carne e yogurt a pochi metri dei massacri.

Come ricorda Francesco De Remigi sul il Giornale di oggi, molti europei convertiti alla jihad, poi addestrati all’estero, sono tornati nei Paesi d’origine dopo un periodo sul campo. E non sempre con intenzioni pacifiche.

Non a caso era francese, addestrato in Siria, l’attentatore di Bruxelles, che nella settimana delle elezioni per il Parlamento europeo è entrato con un kalashinkov nel museo ebraico uccidendo quattro persone.

Ed inglese sembra essere (dato l’accento) l’assassino di James Foley, il che dimostra una capacità straordinaria ed allarmante di reclutamento “occidentale” da parte dell’ISIS, con l’Inghilterra che avrebbe il tasso più alto di barbarie commesse dai convertiti.

Il Guardian, che è riuscito a intervistare un ex prigioniero, il quale ha identificato in un certo “John” il decapitatore di Foley ed ha detto che questi è un inglese a capo di un’organizzazione che, all’inizio del 2014, liberò undici persone tenute in ostaggio che furono poi consegnati alle autorità turche, afferma che la caccia per catturare l’esecutore ed il gruppo, già chiamoto dei “Beatles” per la nazionalità dei componenti, si concentra intorno a Raqqa.

L’Occidente trema di fronte alla recrudescenza jihadista dopo che, con la uccisione di Bin Laden, si era sottostimata tale minaccia.

Di fatto, l’ISIS, a differenza di Al Nusra e altri gruppi terroristi che combattono in Iraq e Siria, ha un grande appeal sui giovani stranieri spesso occidentali, tutti (neo)musulmani convertitisi al jihad, che ora, secondo lEconomist, sono almeno 3mila nelle loro fila e che sarebbero pagati poche centinaia di dollari al mese. Secondo Peter Neumann del King’s College di Londra, l’80 per cento dei combattenti stranieri in Siria sono passati con Al-Baghdadi e certo è che questo losco figuro di cui si sa poco o nulla, esercita un grande fascino su di loro.

Certamente è la mente di numerose azioni terroristiche in Iraq (spesso suicide), come gli attacchi a Mosul nel 2011 ed è famoso anche per la sua violenza e crudeltà verso i suoi nemici, come dimostrano i terribili video che circolano online da giorni: crocifissioni, decapitazioni, amputazioni. Su di lui gli Stati Uniti hanno posto una taglia da 10 milioni di dollari.

Voglio ricordare, poiché la memoria è sempre necessaria in questi casi, che nel gennaio 2008, quando papa Ratzinger venne invitato all’Università della Sapienza di Roma, egli, nella sua allocuzione, tra le altre cose, aveva previsto di rimarcare che la legittimità di una carta costituzionale e, quindi, di una democrazia, “deriverebbe da due fonti: dalla partecipazione politica egualitaria di tutti i cittadini e dalla forma ragionevole in cui i contrasti politici vengono risolti”.

Egli intendeva dire che l’unico modo per concigliare le differenze religiose e culturali in una “forma ragionevole” è rinunciare alla solaa lotta per maggioranze aritmetiche, ma procedere con n “processo di argomentazione sensibile alla verità”.

E’ noto che Ratzinger dovete fare marcia indietro, come aveva dovitu fare due anni prima a Ratisbona, quando, fra mille polemiche, aveva ammonito lo spirito del tempo ad emendarsi dal doppio nichilismo che lo stava trascinando verso la rovina.

Il numero di morti è certo inferiore ed il contsto diverso, ma non meno allarme ha generato sulla stampa italiana l’incidente di ieri, nei cieli sopra Ascoli Piceno, che ha coinvolto due “Tornado” del 6* Stormo di Ghedi, in provincia di Brescia, scontatisi in volo durante una missione addestrativa pianificata ed approvata secondo le regole del volo e legata ad un’esercitazione Nato in programma nel prossimo autunno.

Come commenta Giovanna Galati, non è la prima volta che le polemiche sulle esercitazioni militari riempiano le pagine dei giornali, soprattutto pochi giorni dopo la visita del ministro della Difesa Roberta Pinotti in Sardegna per valutare alcune delle basi militari senza informare il presidente della Regione, che non ha frenato le critiche per questa scelta istituzionale. Anche la Sardegna è infatti una zona molto sfruttata per le esercitazioni militari, specialmente nell’area della cittadina di Decimomannu e in alcune zone montane disabitate dell’entroterra.

Il sottosegretario Pinotti dice di non provocare polemiche strumentali di fronte alla scomparsa di quattro piloti fra cui una donna, la prima ad essere coinvolta, in Italia, in un incidente di questo tipo.

Ma imntanto il deputato Pd Massimo Ginefra ha presentato un’interrogazione urgente al governo affinché “si faccia la massima chiarezza sull’accaduto e sulle procedure di addestramento adottate” ed il gruppo M5S ha chiesto alla Camera che il ministro della Difesa riferisca sull’incidente.

E si torna a discutere su modelli di aereo militare Tornado, obsoleti e da sostituire, secondo alcuni mentre per altri dimostrazione, con latragedia recente, che non è necessario spendere così tanti soldi per la difesa e l’esercito

Naturalmente la polemica non può che tirare in ballo i celebri F35, che dovrebbero proprio andare a rimpiazzare i modelli di Tornado risalenti agli anni Ottanta e il cui costo è da anni al centro delle critiche.

Carlo Di Stanislao

3 risposte a “Paure e lacrime diverse”

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