Il presidente del Consiglio, alla Camera, per presentare il programma del Governo inizia il discorso dicendo che”i mille giorni sono l’ultima chance per pareggiare i conti. Vi proponiamo di utilizzare come scadenza della legislatura la scadenza naturale, sapendo che e’ facolta’ delle camere negare in ogni momento la fiducia e sapendo anche, da questa parte del tavolo, che non abbiamo minimamente paura di confrontarci con gli italiani. Lo abbiamo dimostrato”.
“La gravità e la responsabilità del nostro approccio nasce dalla consapevolezza forte e diffusa che riusciremo alla fine dei mille giorni a capovolgere la storia della legislatura e rimettere in pista l’Italia. Non siamo qui per tenere in piedi l’ambizione di un deputato o di un membro del governo. Abbiamo bisogno di reimpostare e rovesciare la crisi economica”. Lo dice il presidente del Consiglio Matteo Renzi, parlando alla Camera. Poi, continua: “Fino a qualche tempo fa il mondo correva, l’eurozona arrancava e l’Italia rotolava, oggi l’Italia ha interrotto la caduta, ma non è sufficiente. I numeri non sono più devastanti, ma chi si accontenta di interrompere la caduta ha qualche problema. Dobbiamo tornare a crescere, la decrescita non è mai felice, il nostro obiettivo è tornare a crescere”.
“Lo dico subito: vogliamo fare la legge elettorale subito non per andare alle elezioni. Perche’ altrimenti smentiremo il ragionamento sui mille giorni. Ma perche’ una melina su questo punto, l’ennesima melina istituzionale, suonerebbe come un affronto a cio’ che e’ stato detto in questi mesi da autorevoli esponenti delle istituzioni, a partire dal presidente della Repubblica, e sarebbe soprattutto uno schiaffo alla classe politica incapace di riformare se stessa”. Renzi promette “opportune intese, laddove possibile” perche’, spiega, “nessuno di noi vuole andare avanti con il bulldozer ma non puo’ essere un tema da rimandare ai mille giorni”. Per questo, dice Renzi, la legge elettorale si fara’ “molto prima dei mille giorni”.
“Non accettiamo che uno strumento a difesa” delle persone, come “l’avviso di garanzia, costituisca un vulnus all’esperienza politica e imprenditoriale di una persona”.
“In questa ore la prima azienda italiana è stata raggiunta da un avviso di garanzia. Io dico qui che noi rispettiamo le indagini e le sentenze, ma non consentiamo a nessuno scoop né avvisi di garanzia più o meno citofonati sui giornali mettano a rischio migliaia di lavoratori o condizionino le politiche economiche. La volete chiamare svolta? Fate come volete, per noi è il modo di fare dell’Italia un Paese civile”, commenta Renzi, parlando a proposito dell’indagine che riguarda l’ad di Eni Claudio Descalzi, indagato per la presunta corruzione in Nigeria.
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