Quando partì dall’Italia, nel 1951, aveva appena 16 anni. Lasciò i genitori per andare a cercare fortuna nel Nord America, nel Canada, perché in quel paesello dell’aquilano, Carrufo di Villa Santa Lucia, non c’era possibilità di una occupazione, al di fuori del lavoro nei campi. Questa estate Antonio Ciccone, conosciuto da tutto come Tony, è tornato in vacanza nel piccolo centro abruzzese. Dal 1951 era venuto in Italia una sola volta, 25 anni fa. Quest’anno ha voluto ripetere l’esperienza, per rivedere i luoghi che lo videro vivere felicemente la vita da bambino e da ragazzo. A Carrufo Tony Ciccone ha ormai qualche parente alla lontana, ma ha potuto rincontrare qualche amico, qualcuno di quei ragazzi con i quali aveva condiviso la sua gioventù. Ha trovato una realtà diversa da quella che lui ricordava, perché attualmente ad abitare nella piccola frazione ci sono molti “estranei”, gente di Roma e di Pescara che ha comprato casa ai piedi del Gran Sasso per vivere dove c’è aria buona e dove i bambini possono soggiornare e giocare liberamente, lontani dai pericoli delle città.
Molti a Carrufo ricordavano Tony Ciccone anche per le notizie che giungevano dal Canada. Quel ragazzo partito dall’Italia nel 1951 per cercare fortuna all’estero, si era dedicato alla musica, suonando soprattutto la fisarmonica, ma anche altri strumenti e riscuotendo successo in tutto il Nord America. Quelle persone, con Renato Palumbo in testa, lo hanno scongiurato, fino a ottenere che si esibisse nel giardino del Circolo culturale del paese, dove ha sede la Pro Loco di cui lo stesso Palumbo è presidente. Sono partite immediatamente le ricerche di una fisarmonica e, una volta trovata, è stata organizzata la serata musicale, che ha visto Tony interpretare le canzoni di una volta, riscuotendo applausi a non finire.
Lui, Tony, è stato felicissimo, e ancora più felice è stato il giorno dopo, quando ha potuto assistere alla Messa e alla Processione in onore di San Carlo, protettore di Carrufo, che viene festeggiato in agosto perché in autunno nel piccolo centro ci sono soltanto pochissimi abitanti. Lui, con la sua cinepresa, ha ripreso tutta la cerimonia e anche la successiva deposizione di una corona d’alloro davanti al monumento ai Caduti di tutte le guerre. E poi, il ritorno a casa, nella sua Montreal. Grazie, Tony, per la bella serata che hai regalato ai carrufesi e non aspettare tanto tempo per tornare ancora, ti aspettiamo.
Demetrio Moretti
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