Verso le 12.30 nella riserva naturale di Macalube d’Aragona, un cosiddetto “vulcanello freddo” è improvvisamente esploso eruttando gas e fango e coinvolgendo una famiglia di Joppolo Giancaxio: sono morti due fratellini, una bambina di 7 anni e un bambino di 9. La riserva è gestita da Legambiente dal 1996.
La Procura di Agrigento ha aperto subito un’inchiesta, mentre il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, ha ordinato alla Protezione civile e al dipartimento Ambiente della Regione di sospendere immediatamente gli accessi nella riserva. La Regione ha stabilito di istituire una commissione d’inchiesta sulla gestione della riserva di Macalube di Aragona (Ag).
L’esplosione sarebbe avvenuta in una zona in cui è consentito il passaggio delle persone senza alcuna precauzione. Alla riserva pubblica conta di una media di 10mila visitatori all’anno”.
La famiglia distrutta nella tragedia ad Aragona stava festeggiando il compleanno di 9 anni del bambino morto tra la montagna di fango e detriti. Era stato proprio il festeggiato a chiedere al padre di portarlo a vedere quello strano e affascinante fenomeno naturale. Il genitore aveva così deciso di andare nella riserva Maccalube con i due figli.
Risale a sei anni fa l’ultima violenta esplosione dei vulcanelli nella riserva Macalube di Aragona, istituita nel 1995 e gestita da Legambiente Sicilia. Le maccalube, dall’arabo maqlùb – “terra che si rivolta” – sono un esempio del fenomeno geologico denominato “vulcanesimo sedimentario”. L’area si trova a circa 15 Km da Agrigento. Tra il 2002 e il 2008, le maccalube o “vulcanelli” sono state al centro di un fenomeno che ha prodotto profonde fenditure nel terreno e la formazione di una vasta collina a seguito di forti esplosioni con riversamenti di quantità enormi di argilla e fango.
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