Nella prima mattinata di venerdì 3 ottobre 2014 una delegazione del gruppo promotore de L’AQUILA ME’, il Supporters’ Trust a sostegno de L’Aquila Calcio ormai prossimo alla sua ufficiale costituzione, si radunerà presso la stazione ferroviaria del Capoluogo d’Abruzzo con l’intento di recarsi in treno, precisamente grazie al Regionale 7032 in partenza da L’Aquila alle ore 7:22, alla stazione di Contigliano (RI), ove circa un’ora dopo l’arrivo, dunque per le 9:45, darà vita ad una piccola cerimonia in ricordo delle otto vittime dell’incidente ferroviario che settantotto anni fa, il 3 ottobre 1936, nei pressi della stazione del paese reatino coinvolse la ‘littorina’ sulla quale aveva preso posto la squadra de L’Aquila Calcio, allora A.S. Aquila, chiamata per la quarta giornata del campionato di Serie B 1936-1937 ad affrontare la lunga trasferta di Verona.
Fra le vittime del sinistro vi fu l’allenatore rossoblù Attilio Buratti, e molti giocatori della compagine aquilana risultarono feriti, alcuni di essi così gravemente da non poter più tornare a giocare a calcio. Con orgoglio e tenacia l’A.S. Aquila seppe rialzarsi: rinviate d’ufficio dalla F.I.G.C. tutte le partite che avrebbe dovuto disputare nel mese di ottobre e ottenuta la possibilità di effettuare nuovi tesseramenti per poter riallestire una rosa con cui proseguire il suo terzo campionato consecutivo nella serie cadetta, già il 1° novembre di quell’anno guidata dall’allenatore magiaro Kuttik tornò in campo; al termine della stagione, impreziosita dal raggiungimento dei sedicesimi di finale di Coppa Italia, persi con il punteggio di 4-3 al termine d’una valorosa partita secca disputata in casa dell’Ambrosiana-Inter, non ebbe però modo di evitare la retrocessione. Il fatto che da allora L’Aquila Calcio non sia più riuscita ad andare oltre la terza serie nazionale ben evidenzia quanto purtroppo quel drammatico episodio abbia segnato la storia del club, frenandone l’ascesa che nel 1934 le aveva permesso in tre sole stagioni sportive disputate dalla sua nascita di approdare -prima compagine della nostra regione ad averlo fatto- in Serie B.
Tutti i tifosi rossoblù, i cittadini aquilani nonché gli abitanti di Contigliano che, malgrado il giorno feriale, vorranno e potranno prender parte alla cerimonia, nel corso della quale il gruppo promotore del Supporters’ Trust deporrà un omaggio floreale alla memoria di coloro che furono coinvolti in quella tragedia e più in generale di quanti in quegli anni onorarono la gloriosa maglietta rossoblù aquilana, saranno naturalmente i benvenuti! Chi avrà raggiunto Contigliano in treno e intenderà ripartire assieme ai ragazzi promotori del nascituro Trust potrà farlo salendo sul Regionale 7041, in partenza dalla locale stazione alle 11:40, il cui arrivo a L’Aquila è previsto per le ore 13:10.
Piccola nota storica
a cura di Luca Frontera, membro del gruppo promotore del Supporters’ Trust “ L’Aquila Me’ ”
Intorno alle ore 9,45 di Sabato 3 Ottobre 1936, nei pressi della stazione ferroviaria di Contigliano, in provincia di Rieti, ebbe luogo un violento scontro fra una ‘littorina’ diretta a Terni, ove sarebbe dovuta arrivare circa trentacinque minuti più tardi, e un furgone automotore adibito al trasporto della posta: secondo il dispaccio con cui l’Agenzia Stefani quello stesso giorno ne diede notizia, a causare l’impatto fu la partenza del treno merci dalla stazione di Contigliano senza attendere l’incrocio con la ‘littorina’; tragico fu l’esito del sinistro: otto vittime ed oltre trenta feriti.
Sulla ‘littorina’ aveva preso posto anche la squadra calcistica dell’A.S. Aquila, prima incarnazione dell’odierna L’Aquila Calcio 1927, che da poco meno di due ore aveva intrapreso il viaggio che l’avrebbe condotta a Verona, ove avrebbe dovuto affrontare la quarta partita del campionato di Serie B, categoria nella quale i Rossoblù aquilani militavano per la terza stagione sportiva consecutiva, avendola conquistata nel luglio del 1934, prima (ed al tempo ancora unica) compagine abruzzese a riuscirci.
Tra le morti causate dallo scontro si dovette subito annoverare quella dell’allenatore della formazione del Capoluogo d’Abruzzo, Attilio Buratti, e in realtà l’intera rosa -pur fortunatamente non facendo registrare altri decessi oltre a quello del mister- fu gravemente menomata dall’incidente, che causò ferite di varia entità a buona parte dei membri del club aquilano partiti per quella trasferta, tanto che almeno cinque dei dodici calciatori che erano stati impiegati nelle prime tre partite di campionato successivamente non poterono più tornare a calcare i campi di gioco.
Dopo un primo momento in cui il prosieguo della terza esperienza rossoblù nella seconda serie nazionale sembrò inevitabilmente a rischio, l’A.S. Aquila seppe immediatamente rialzarsi: rifiutò, secondo quanto riportano le varie pubblicazioni dedicate negli anni alla storia del calcio aquilano, la possibilità offertale di mantenere il diritto alla categoria pur non giocando più per tutto il resto del campionato, e così il Direttorio della Federazione Italiana Giuoco Calcio stabilì il rinvio a data da destinarsi delle partite che i Rossoblù avrebbero dovuto disputare nel mese di ottobre ed il diritto del club presieduto dall’avvocato Centi Colella a riallestire nello stesso periodo la rosa tesserando nuovi giocatori.
La rinnovata squadra aquilana, affidata all’allenatore ungherese András Kuttik (che nel prosieguo della carriera avrebbe fra l’altro condotto il Beşiktaş di Istanbul alla vittoria del campionato turco edizione 1959-1960), fu presentata alla città il 26 di ottobre: tornò in campo il 1° novembre in casa della Pro Vercelli, strappando un punto in rimonta grazie alla segnatura di un grande giocatore rossoblù di quegli anni, Giovanni Battioni.
Purtroppo la squadra non riuscì subito a trovare il giusto amalgama, complice anche un calendario ingolfato -specie nel mese di dicembre- dai recuperi delle partite rinviate d’ufficio in seguito alla tragedia di Contigliano, e così fino alla fine del girone d’andata il cammino rossoblù fu sicuramente deficitario, pur nobilitato dalla conquista (grazie alla vittoria per 1 a 0 sul campo del Parma) per la prima volta nella storia del club aquilano dei sedicesimi di finale di Coppa Italia, persi poi con il punteggio di 4-3 in una gara secca giocata con onore a Milano contro l’Ambrosiana-Inter, che annoverava fra i suoi giocatori (entrambi scesi in campo anche in occasione di quella partita di coppa, disputata il 6 Gennaio 1937) due grandissimi come Giuseppe Meazza e Annibale Frossi, trasferitosi giusto qualche mese prima proprio dall’A.S. Aquila alla squadra meneghina, appena prima di trascinare con sette reti segnate in quattro partite la Nazionale azzurra di Vittorio Pozzo alla conquista di quello che finora è l’unico alloro olimpico della sua gloriosa storia.
Tornando al campionato di Serie B 1936-’37, un girone di ritorno in cui la squadra rossoblù raccolse il doppio dei punti incamerati sino a metà gennaio purtroppo non fu sufficiente per andare oltre il terz’ultimo posto, a quattro lunghezze dalle quattro squadre che -essendo arrivate a pari punti- attraverso una lunga serie di spareggi battagliarono fra loro per evitare la quarta retrocessione; si chiuse così il triennio fra le squadre ‘cadette’ dell’odierna L’Aquila Calcio, che solo la scorsa stagione guidata da mister Giovanni Pagliari ha potuto riassaporare il gusto di disputare gli spareggi per accedere al secondo campionato nazionale, nel quale finora da quel 1937 non è più riuscita a tornare.
Anche per questo l’incidente avvenuto nei pressi di Contigliano, segnando un freno deciso all’ascesa dell’allora ancor giovane sodalizio rossoblù, è rimasto per sempre impresso nella storia calcistica aquilana; dodici anni e sette mesi più tardi sarebbe accaduta la tragedia di Superga che, il 4 maggio 1949, in maniera ancor più tragica segnò i destini del ‘Grande Torino’ e più in generale dell’intero calcio italiano di quell’epoca.
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