“L’emendamento del governo al provvedimento sull’autoriciclaggio aggiunge un tocco surreale a un gran pasticcio normativo. In attesa di capire meglio, al momento risulterebbe una situazione paradossale, e ridicola, per cui l’evasore che reimpiega per fini personali (barche, quadri, diamanti?) i proventi di un illecito fiscale non è punibile. Se, invece, lo stesso evasore reimpiega gli stessi proventi da evasione dell’IVA per pagare i dipendenti della sua ditta finisce dritto in galera.
So bene che si tratta di una situazione estrema, ma la forza di una norma consiste proprio nel prevedere e disciplinare le situazioni “estreme”. È l’architettura del provvedimento nel suo complesso a non convincere. Contro l’evasione fiscale esiste una selva di norme repressive, spesso fra loro contraddittorie, e davvero non si avvertiva il bisogno di aggiungerne di nuove. Aggiungo che per Forza Italia è inaccettabile una norma tanto puntigliosa perché più fattispecie di reato si prevedono e maggiore sarà il numero di quelle escluse. L’evasione fiscale, al di là delle motivazioni, è un reato e da sanzionare come tale. Lo Stato e le autorità pubbliche dispongono di tutte le banche dati possibili, con l’unico e non irrilevante handicap di non comunicare fra di loro. Se fanno click su un pc e dialogano, il Parlamento potrebbe dedicarsi con più profitto a questioni di maggiore interesse per il Paese”.
Lo dichiara in una nota Mariastella Gelmini, vice capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera.
Rientro capitali: Gelmini, situazione paradossale e ridicola
“L’emendamento del governo al provvedimento sull’autoriciclaggio aggiunge un tocco surreale a un gran pasticcio normativo. In attesa di capire meglio, al momento risulterebbe una situazione paradossale, e ridicola, per cui l’evasore che reimpiega per fini personali (barche, quadri, diamanti?) i proventi di un illecito fiscale non è punibile. Se, invece, lo stesso evasore reimpiega gli […]
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