Coldiretti Abruzzo registra con soddisfazione la notizia dell’esuberante aumento degli studenti della facoltà di bioscienze e tecnologie agroalimentari e ambientali dell’università di Teramo, con particolare riferimento al corso di laurea in scienze e tecnologie alimentari. Un vero e proprio boom che, a parte le difficoltà logistiche dovute alla mancanza di aule abbastanza capienti da contenere gli studenti che seguono le lezioni del primo anno, evidenzia la crescita dell’appeal del settore agroalimentare tra le nuove generazioni. Crescita su cui Coldiretti si era già espressa positivamente confermando un trend nazionale.
Da una recente indagine dell’organizzazione agricola, emerge infatti che la svolta green delle scuole italiane registra nell’attuale anno scolastico negli istituti agrari un aumento record del 12 per cento, ma tendenze positive si riscontrano per tutti gli indirizzi legati all’ambiente, all’alimentazione e al turismo, anche ovviamente nelle aule universitarie come conferma il caso teramano. Le iscrizioni alle Facoltà di scienze agrarie, forestali ed alimentari hanno fatto registrare infatti la crescita piu’ alta con un aumento del 45 per cento dal 2008 ad oggi.
In proposito, anche l’Abruzzo, in linea con il trend nazionale, testimonia un cambiamento culturale, che viene confermata anche dai risultati di un sondaggio Coldiretti/Ixe’ secondo il quale il 54 per cento dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (21 per cento) o fare l’impiegato in banca (13 per cento).
“Si tratta di un cambiamento importante che la dice lunga su come viene letto e considerato oggi il settore agricolo e l’agroalimentare in genere, sia in termini di appeal che in termini di risposta occupazionale. I giovani hanno visto prima, e meglio, dove ci sono reali prospettive per far tornare a crescere l’Italia – dice Alberto Bertinelli, direttore di Coldiretti Abruzzo – L’augurio è che gli studenti teramani, ma ovviamente anche gli abruzzesi e gli italiani, possano realizzare le proprie aspettative trovando un lavoro nell’importante indotto del settore agroalimentare o che, nel caso dei nuovi imprenditori, sappiano coniugare le competenze acquisite dalla tradizione aziendale familiare con le nozioni apprese a scuola o all’università”.
Una curiosità: dall’indagine Coldiretti emerge che il 50 per cento degli italiani ritiene che cuoco e agricoltore siano le professioni con la maggiore possibilità di lavoro mentre solo l’11 per cento ritiene che l’operaio possa avere sbocchi occupazionali. D’altra parte, secondo il sondaggio Coldiretti/Ixe’, alla domanda su quanto siano importanti i vari settori per l’economia italiana, turismo e agricoltura si piazzano al primo e secondo posto, rispettivamente con il 73 per cento e il 66 per cento delle preferenze, davanti ad artigianato (60 per cento), industria (53 per cento), servizi (49 per cento), commercio (47 per cento), mentre la finanza si colloca all’ultimo posto con il 24 per cento.
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