Starace ha spiegato la situazione in un’audizione al Senato, indicando in 11mila MegaWatt l’energia elettrica complessiva in dismissione, equivalente a circa 10 centrali nucleari. L’ad di Enel ha aggiunto che le 700 persone impiegate nei 23 impianti in chiusura, peraltro già inattivi, o andranno in pensione o verranno riallocate.
Al momento sono state avviate le procedure di cessazione definitiva di nove impianti: Trino, Porto Marghera, Alessandria, Campomarino, Carpi, Camerata Picena, Bari, Giugliano e Pietrafitta. Per questi siti sono allo studio soluzioni alternative, dall’insediamento di attività industriale alla rinconversione totale alle energie alternative.
Secondo Starace, il nuovo piano strategico che l’Enel presenterà a marzo 2015 «sposterà dalla manutenzione alla crescita un congruo numero di miliardi, in virtù della riorganizzazione». Nel vecchio piano, infatti, gli investimenti erano destinati per il 65% alla manutenzione e per il 35% alla crescita, una cifra, quest’ultima, giudicata troppo bassa dall’ad. (sostariffe.it)
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