Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministro dell’Economia e delle Finanze ed il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, con l’intesa della Conferenza unificata dei Presidenti delle Regioni, hanno approvato un Decreto amministrativo con il quale si stabiliscono le procedure per la“vendita all’asta” degli immobili di Edilizia Residenziale Pubblica di proprietà dei Comuni, delle ATER-ex Istituti Autonomi Case Popolari.
La vendita attraverso bandi ad asta pubblica non solo di singoli alloggi ma anche di interi edifici e caseggiati popolari, sconvolgerà la vita quotidiana di migliaia di famiglie abruzzesi, molte delle quali, non avendo i mezzi economici per acquistare la loro attuale abitazione, saranno sottoposte a “mobilità obbligatoria”, mentre la maggior parte di esse perderanno, per sempre, il diritto al riscatto, sancito dall’art. 47 della Costituzione Italiana e dalle Leggi istitutive dell’INA-Casa e della GE.SCA.L (Gestione Case per Lavoratori).
La responsabilità di quanto di drammatico accadrà nella Edilizia Residenziale Pubblica e nei principali quartieri popolari della Regione Abruzzo, è tutta di coloro che, pur di difendere la loro posizione di potere “clientelare” acquisita all’interno degli ex-IACP e delle ATER, nel controllo dei fondi GESCAL e nella “gestione diretta” degli alloggi pubblici, in questi anni si sono sempre opposti al ripristino del “riscatto graduale e sociale” delle Case Popolari.
Il Mia Casa d’Abruzzo chiede da tempo, con specifiche proposte di legge di iniziativa popolare e regionale, sia allo Stato che alla Regione Abruzzo il ripristino del riscatto graduale e sociale degli alloggi ex-GESCAL in favore degli Inquilini ed Assegnatari aventi diritto, passando attraverso lo“scioglimento” delle 5 ATER di Chieti, Pescara, Teramo, Lanciano e L’Aquila, per manifesta incapacità di gestione del patrimonio abitativo pubblico ad esse affidato.
La concessione a “riscatto” degli alloggi ex-GESCAL avrebbe permesso agli attuali Assegnatari di accedere, dopo tanti anni di attesa e di versamento dei contributi GESCAL e dei canoni di locazione, alla proprietà della loro “prima e unica abitazione”, attraverso un uso più razionale e corretto del risparmio popolare e dei fondi ex-GESCAL, mentre gli alloggi rimasti in assegnazione a “canone sociale” sarebbero stati amministrati sulla base delle norme stabilite dalla Legge Regionale 25 ottobre 1996, n. 96.
Adesso, invece, la situazione potrebbe rapidamente precipitare nel caos, poiché il reddito complessivo della maggior parte delle famiglie che vivono nelle Case Popolari è molto basso e si attesta appena al di sopra del livello minimo di povertà, mentre più del 24% vive, in piena crisi economica e del lavoro, sotto al livello di povertà e, purtroppo, anche in condizioni di estrema indigenza, mentre, in presenza di numnerosi sfratti esecutivi nel settore abitativo privato, migliaia di famiglie sono a rischio di sgombero forzato e senza alcuna dignitosa sistemazione alternativa.
Il Mia Casa d’Abruzzo, invita il Presidente della Regione Luciano D’Alfonso ed il nuovo Assessore regionale alla Casa a prendere subito in mano la situazione, prima che sia troppo tardi, per scongiurare che anche nei Quartieri popolari dei Comuni ad alta tensione abitativa e nelle aree residenziali più degradate e abbandonate della nostra Regione si verifichi, Dio non voglia!, quello che stà accadendo in questi giorni in altre Regioni del Paese e nei grandi agglomerati popolari di Città come Milano, Roma, Napoli e Palermo.
Pio Rapagnà
Lascia un commento