Pierpaolo Pietrucci – consigliere regionale aquilano in quota Pd. Profondo conoscitore del territorio e delle esigenze della gente, è perfettamente convinto, a ragione, che bisogna ripartire dal basso ascoltando la voce del popolo dei territori e riportarla nelle varie sedi istituzionali ove verranno prese le diverse decisioni. Oserei dire un politico atipico che si rapporta costantemente con la base dando loro sprint e sostegno nella risoluzione dei problemi che riguardano la collettività. Ultimo in ordine di tempo è il progetto della ciclovia “ Pista Aterno”, inserito nella volontà di creazione del distretto turistico della montagna al servizio del territorio montano e pedemontano, su cui sta lavorando da tempo ed è stato portato lo scorso 6 novembre a S. Stefano di Sessanio alla presentazione del Distretto Turistico del Gran Sasso in occasione della visita del Ministro per il Turismo, Dario Franceschini. Un progetto indubbiamente ambizioso che deve rendere partecipi, in un contesto di condivisione, diversi soggetti riuniti intorno ad un tavolo permanente in cui si discute, con chiarezza ed onestà intellettuale, del problema che in tanti hanno a cuore. Essi sono: le varie associazioni cicloamatoriali, i Sindaci dei Comuni interessati, l’Università, la Rete di Ferrovie italiane, il Panatlon Club. Stando alle ultime notizie siamo in drittura d’arrivo, si tratta quindi di determinare la copertura finanziaria dopo di che si darà il via ai lavori che creeranno lavoro ed occupazione. Quando si crede in un’idea, in un progetto e si è convinti della sua bontà ci si impegna al massimo pur di realizzarla nel minor tempo possibile.
Per sapere esattamente come stanno le cose ed a che punto sono, siamo andati all’origine intervistando l’artefice del progetto, l’On. Pierpaolo Pietrucci.
1 – On. Pietrucci come nasce l’idea della ciclovia “Pista Aterno” inserito nel Distretto turistico della montagna.
L’idea della realizzazione di una dorsale Alto Aterno/L’Aquila/Basso Aterno nasce dall’esigenza di valorizzare e potenziare l’area territoriale compresa nei 90 km del tracciato. Si tratta di zone a lungo dimenticate dalla politica, zone di accesso complesso, per conformazione orografica e demografica. Credo che riaprendo un tracciato che già esiste, mettendolo in sicurezza, pulendolo, potremo contribuire a far conoscere agli amatori del cicloturismo, ma anche a tutti quelli che usano la bicicletta occasionalmente, o vanno a cavallo, o fanno trekking, una delle zone più belle d’Abruzzo, senza violare l’ambiente e con risorse contenute. Il progetto è piaciuto al VicePresidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, che sta lavorando alla costruzione del primo Distretto turistico della montagna. E che in virtù della pragmaticità del nostro progetto, ci ha chiamati dentro.
2 – All’interno della compagine politica regionale ci sono stati problemi e difficoltà?
No. Devo dire che il carattere modulare del progetto ha costituito la sua carta vincente. Io prevedo almeno tre fasi. Questa prima fase, durante la quale stiamo preparando il percorso, attraverso sopralluoghi sul campo e uno studio di fattibilità a cura dell’Università degli Studi dell’Aquila, sarà il momento in cui apriremo fisicamente il percorso per il pubblico. Nelle fasi successive si creerà illuminazione, cablaggio wi-fi e miglioramento nel terreno battuto. Nell’ultima fase si prevede il restauro delle vecchie stazioni, dei casali, la messa in rete degli operatori turistici, per offrire il meglio che il nostro territorio possiede. La divisione in fasi ci consente di operare con oculatezza senza gravare su economie già di per sé in fase di stress. E questo è piaciuto alla politica regionale.
3 – Come hanno risposto le varie Amministrazioni e il mondo dell’associazionismo interessati?
Con grande entusiasmo. Molte associazioni avevano progetti ciclabili nel cassetto, e la mia idea di farli convergere tutti in un progetto più ampio ha raccolto molti consensi.
4 -Tempi di realizzazione?
Io sto lavorando insieme alla mia squadra, per fare in modo che quest’estate si possa percorrere la pista. Forse non tutti i 90 km, ma una buona parte, certamente.
5 – Che ricaduta può avere, un simile progetto, nel tessuto occupazionale?
Nella ricaduta occupazionale riposa il consenso avuto. Portare persone a passeggiare, in bici, a cavallo o a piedi, richiederà la necessità di aprire punti ristoro, magari incrementare la rete di Bed and Breakfast e di altri servizi che possono essere utili al turismo di media montagna. Se anche solo un ragazzo, invece di decidere di andarsene a vivere da un’altra parte resterà in una di queste bellissime zone interne toccate dal percorso, perché vedrà uno spiraglio occupazionale, per me sarà un successo. E una grande soddisfazione.
Grazie, buon lavoro On. Pietrucci.
Nando Giammarini
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