Questa mattina i capi e i rappresentanti delle comunità religiose presenti in Terra Santa si sono recati in visita alla sinagoga di Gerusalemme che ieri è stata teatro di un attacco terroristico, che ha causato la morte di quattro ebrei e di un poliziotto israeliano uccisi da due palestinesi, per esprimere solidarietà alla comunità colpita e condannare insieme tutti gli atti di violenza che non risparmiano i luoghi di preghiera. Alla visita hanno preso parte leader e rappresentanti cristiani, musulmani, drusi e ebrei.
“Veniamo come capi religiosi in un luogo santo. Queste persone sono state colpite mentre pregavano e ogni luogo di preghiera e di culto deve essere rispettato e protetto. Sono state richiamate – ha detto il patriarca Twal – le responsabilità dei leader politici, ma anche quelle dei capi religiosi. Questi devono comunicare alle rispettive comunità sentimenti di pace e concordia, e vigilare contro ogni forma di odio e di intolleranza. Non dobbiamo avere paura di pregare per la pace. Questo incontro dice che la speranza non è ancora morta”.
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