“Ad Alessandro D’Alatri, nuovo Direttore del TSA, faccio i miei migliori auguri di buon lavoro. Sicuramente non si farà turbare da assurde insinuazioni di personaggi “in cerca d’autore”.
D’Alatri ha la fortuna di prendere in mano un’ottima istituzione, in buona salute, anche grazie al lavoro del suo predecessore Alessandro Preziosi”.
Lo afferma la senatrice Stefania Pezzopane, chiamata in causa da Fiorenza oggi in conferenza stampa.
“Trovo surreali e fantasiose le affermazioni di Federico Fiorenza, che fa una ricostruzione irreale, di cui non comprendo le ragioni, se non quelle di rincorrere fantasmi e di alimentare fobie.
Cosa nutre tante assurde bugie? Gli anni che passano inesorabili? La voglia matta di guadagnare spazio su qualche mass media? Il vezzo di fare le primedonne?
La nota scritta da Fiorenza è già nelle mani del mio avvocato, che produrrà una giusta querela. Già altre persone, che in passato produssero argomenti simili a quelli riportati oggi da Fiorenza, sono state querelate e rinviate a giudizio. Solo per un atto di estrema generosità ho ritirato le querele in passato; cosa che non ho alcuna intenzione di fare adesso.
Ho incontrato una sola volta Alessandro D’Alatri – prosegue la senatrice- in occasione dello spettacolo Scene di un matrimonio a L’Aquila, nel 2010, e da allora non ho più avuto modo di vederlo e sentirlo, come peraltro affermato in conferenza stampa dallo stesso direttore. Conosco la sua bravura e la sua professionalità, ma sulla sua nomina a Direttore del TSA non ho avuto alcun ruolo. Il CdA ha scelto in piena autonomia ed in raccordo con i propri enti di appartenenza, Regione, Comune, Province.
Come Fiorenza sa bene, la nomina del Direttore dell’Ente è esclusiva competenza del Consiglio d’Amministrazione. Quando fu nominato lui Direttore del TSA, fu il Consiglio d’Amministrazione, di cui io ero presidente, a sceglierlo. Allora non fu fatto certo un concorso ed io ero la stessa persona che sono oggi. Allora come ora fu il CdA a fare legittimamente le sue scelte. O forse le scelte sono legittime sono quando riguardano Fiorenza in prima persona?
Se fosse vero che la sua nomina per me fu un rospo da ingoiare, significherebbe che il CdA avrebbe subito una pressione dall’esterno, di natura politica. Un’affermazione gravissima. Tra l’altro non sono certo una persona che si lascia dire da altri quello che deve fare.
Sono stanca di essere chiamata in causa su questioni da cui mi sono tenuta volutamente a debita distanza, nel rispetto dei ruoli che ciascuno ricopre. Interpellata da più persone e anche dalla stampa, su chi fosse il mio candidato, ho sempre ribadito che non era mio compito sceglierlo e che quindi non avevo un candidato. Così come invece ho detto che Alessandro Preziosi, pur meritevolissimo e da me apprezzato, aveva poco tempo da dedicare al teatro e alla grossa operazione che si dovrà fare per adeguarlo ai nuovi indirizzi ministeriali.
Se fosse vero, infine, ciò che sostiene Fiorenza, ovvero che avrei distrutto il Teatro, ente tra l’altro tra i più sani e solidi in Italia e che quando ho lasciato da presidente era addirittura in attivo, sarebbe altrettanto vero che distruttivo fu anche l’atto stesso di nominarlo”.
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