“Si può poi constatare che, nel corso degli ultimi anni, accanto al processo di allargamento dell’Unione europea, è andata crescendo la sfiducia da parte dei cittadini nei confronti di istituzioni ritenute distanti, impegnate a stabilire regole percepite come lontane dalla sensibilità dei singoli popoli, se non addirittura dannose”. Lo ha sottolineato oggi Papa Francesco, nel suo intervento al Parlamento europeo a Strasburgo. Da più parti “si ricava un’impressione generale di stanchezza e d’invecchiamento, di un’Europa nonna e non più fertile e vivace. Per cui i grandi ideali che hanno ispirato l’Europa sembrano aver perso forza attrattiva, in favore dei tecnicismi burocratici delle sue istituzioni”. A ciò si associano “alcuni stili di vita un po’ egoisti, caratterizzati da un’opulenza ormai insostenibile e spesso indifferente nei confronti del mondo circostante, soprattutto dei più poveri”. Per il Pontefice i parlamentari sono chiamati, perciò, a prendersi “cura della fragilità dei popoli e delle persone. Prendersi cura della fragilità dice forza e tenerezza, dice lotta e fecondità in mezzo a un modello funzionalista e privatista che conduce inesorabilmente alla ‘cultura dello scarto’”. Prendersi cura della fragilità delle persone e dei popoli significa “farsi carico del presente nella sua situazione più marginale e angosciante ed essere capaci di ungerlo di dignità”.
Papa Francesco a Strasburgo: “Prendersi cura della fragilità”
“Si può poi constatare che, nel corso degli ultimi anni, accanto al processo di allargamento dell’Unione europea, è andata crescendo la sfiducia da parte dei cittadini nei confronti di istituzioni ritenute distanti, impegnate a stabilire regole percepite come lontane dalla sensibilità dei singoli popoli, se non addirittura dannose”. Lo ha sottolineato oggi Papa Francesco, nel […]
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