Leggo basito le dichiarazioni che il Presidente del Consiglio ha rilasciato oggi allassemblea dei Giovani Dem: Non sappiamo se quello che emerge dipinge dei tangentari all’amatriciana o dei mafiosi, lo dirà la magistratura ma noi non lasceremo la capitale in mano ai ladri.
Informo il Presidente del Consiglio che nel 2011 il Comune di Amatrice diffidò tutti i Direttori dei quotidiani nazionali ad utilizzare il termine allamatriciana come aggettivo sostantivato, aggiunto ad altri termini, così da risultare carico di un significato negativo e disdicevole per la Città di Amatrice e per gli amatriciani, suoi abitanti.
Immagino la sua reazione da Sindaco se un Presidente del Consiglio avesse definito uno scandalo nazionale comè purtroppo quello di Roma, della Mafia Capitale, distinguendo tra il malaffare di tangentari alla fiorentina e quello di cosche mafiose: sempre malaffare è !
Si sarebbe offeso, come in questo momento io, quale rappresentante del proprio Comune.
Non so se Lei conosce Amatrice, sicuramente no, ma colgo loccasione per farle sapere che facciamo la raccolta differenziata (60%), non applichiamo la TASI, non applichiamo la TARI, abbiamo ristrutturato la nostra scuola in tre mesi, i nostri Consiglieri non percepiscono nessun compenso, non abbiamo telefonini di servizio, non abbiamo auto blu (e neanche rosa!), abbiamo un ospedale di montagna che abbiamo difeso con i denti, e tanto altro ancora.
Siamo conosciuti nel mondo per essere la patria degli spaghetti allamatriciana, i cui ingredienti (guanciale, pecorino e pomodoro) rappresentano idealmente i valori della montagna, della parte sana della nostra straordinaria Nazione. Non mi risulta invece che Amatrice abbia dato i natali ad Al Capone, a Matteo Messina Denaro, né a Fiorito, né a Maruccio, anzi la comunità romana è onorata di tanti amatriciani che hanno reso grande la nostra Capitale.
Siamo stufi di veder accostare il nome di Amatrice a malaffare e ruberie di ogni genere, passi per un giornale, passi per un personaggio dello spettacolo, ma mi permetta, non lo posso accettare dal mio Presidente del Consiglio.
Sergio Pirozzi – Sindaco
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