Nell’ambito delle nuove norme riguardanti la diffamazione ancora in discussione e’ “urgente intervenire piu’ decisamente a tutela dei giornalisti non solo impedendo le querele temerarie, piuttosto diffuse, e che tendono ad intimidire i cronisti con richieste economiche esorbitanti, con cio’ minacciando piu’ seriamente di quanto si pensi la liberta’ di stampa, ma anche, piu’ in generale, sul tema del ricorso alla causa civile con richieste economiche del tutto sproporzionate rispetto al danno effettivamente arrecato anche in caso di errore del cronista”. Lo sollecita il Consiglio nazionale della stampa italiana, riunitosi ieri a Roma. La questione si e’ palesata “con particolare acutezza” proprio in questo giorni nel caso di giornalisti dell’Unita’, oggi in cassa integrazione in attesa che si concretizzi l’ipotesi di un ritorno in edicola della testata. I giornalisti della storica testata in questo momento non hanno un’azienda alla quale riferirsi ed a cui chiedere di intervenire a sostegno del proprio reddito, “che rischia di essere gravemente compromesso da condanne a rilevanti risarcimenti”, dice il Consiglio nazionale della stampa italiana, facendo quindi appello ai liquidatori della societa’ che editava l’Unita’ ed al partito di riferimento del giornale (Il pd, ndr) “affinche’ si affronti, con decisione, la questione. I colleghi non possono essere lasciati soli ad affrontare le conseguenze dell’attivita’ che hanno svolto al servizio del giornale, cosi come le norme non possono restare quelle attuali. In questo caso specifico chi ha editato il quotidiano dovrebbe, proprio per i suoi riferimenti culturali, avere particolarmente a cuore i temi dell’autonomia e della liberta’ dall’informazione”. a Fnsi annuncia quindi che compira’ “tutti i passi necessari” per affrontare il caso specifico e per una “riforma seria” delle norme sulla diffamazione. Diversi sono infatti i punti critici del testo all’esame della Camera che dovrebbero essere rivisti: la competenza territoriale che punisce l’informazione sul web, le multe troppo alte, che intimidiscono soprattutto i giornalisti di frontiera e senza sostegni editoriali importanti, l’assenza di obblighi di documentate controverita’ per le rettifiche, l’ingerenza di una norma obliqua e incoerente sul diritto all’oblio, l’assenza di norme efficaci contro le querele temerarie. La Fnsi ritiene che “in tema di liberta’ e deontologia dell’informazione non sono ammissibili scambi impropri per garantire alcun potere. Se in Parlamento non ci sono condizioni politiche per una soluzione equilibrata di liberta’ si cancelli solo il carcere per i giornalisti dall’attuale codice e non si facciano altri danni”.
Diffamazione: Fnsi, e’ “urgente intervenire a tutela dei giornalisti”
Nell’ambito delle nuove norme riguardanti la diffamazione ancora in discussione e’ “urgente intervenire piu’ decisamente a tutela dei giornalisti non solo impedendo le querele temerarie, piuttosto diffuse, e che tendono ad intimidire i cronisti con richieste economiche esorbitanti, con cio’ minacciando piu’ seriamente di quanto si pensi la liberta’ di stampa, ma anche, piu’ in […]
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