“Il cristianesimo si diffonde grazie alla gioia di discepoli che si sanno amati e salvati” (Papa Francesco). Buona Festa dell’Epifania di Nostro Signore Gesù Cristo. Il 2015 sia l’Anno della Pace e della Luce. L’Epifania non è la festa della befana, la vecchia signora bitorzoluta volante della tradizione pagana, che non esiste affatto. Il carbone, carissimi bambini, offritelo ai vostri genitori poco informati. L’Epifania non porta via la gioia cristiana né i vostri regali! In effetti, nel segno della congiunzione dei pianeti Mercurio e Venere, e della splendente cometa Lovejoy C/2014Q2, cominciano nell’Anno Domini 2015, secondo il calendario giuliano, le festività natalizie nella chiesa cristiana ortodossa d’oriente che, prima o poi, si ricongiungerà alla Chiesa di Roma. L’Epifania è la Festa cristiana (Santa Messa cattolica di precetto: Isaia 60,1-6; Efesini 3,2-3a.5-6; Vangelo S. Matteo 2,1-12) della “manifestazione di Gesù come Messia d’Israele, Figlio di DIO e Salvatore del mondo. Insieme con il battesimo di Gesù nel Giordano e con le nozze di Cana”, la Festa della Epifania “celebra l’adorazione di Gesù da parte dei magi venuti dall’oriente. In questi magi, che rappresentano le religioni pagane circostanti”, ma anche la Scienza, “il Vangelo vede le primizie della nazioni che nella Incarnazione accolgono la Buona Novella (cf. film Nativity, NdA) della salvezza. La venuta dei magi a Gerusalemme p
i interessi particolari. “Un mondo senza armi nucleari” è un obiettivo condiviso da tutte le nazioni, del quale si sono fatti portavoce i leader mondiali, come pure l’aspirazione di milioni di uomini e donne. Il futuro e la sopravvivenza della famiglia umana si impernia sull’andar oltre a tale obiettivo e assicurarsi che esso divenga realtà. Sono convinto che il desiderio di pace e di fraternità, profondamente radicato nel cuore umano, porterà frutti in modi concreti al fine di assicurare che le armi nucleari vengano vietate una volta per tutte, a beneficio della nostra casa comune. La sicurezza del nostro stesso futuro dipende dal garantire la pacifica sicurezza degli altri, poiché se la pace, la sicurezza e la stabilità non vengono fondate sul piano globale, non saranno per nulla godute. Siamo responsabili individualmente e collettivamente del benessere sia presente sia futuro dei nostri fratelli e sorelle. È mia viva speranza che tale responsabilità plasmi i nostri sforzi a favore del disarmo nucleare, poiché un mondo senza armi nucleari è davvero possibile”. Le buone notizie ci sono. Com’è stato già annunciato, il prossimo 14 Febbraio 2015 il Santo Padre Papa Francesco avrà la gioia di tenere un Concistoro, durante il quale nominerà 15 nuovi Cardinali che, provenienti da 14 Nazioni di ogni continente, manifestano l’inscindibile legame fra la Chiesa di Roma e le Chiese particolari presenti nel mondo. Domenica 15 Febbraio il Papa presiederà una solenne concelebrazione con i nuovi Cardinali, mentre il 12 e 13 Febbraio terrà un Concistoro con tutti i Cardinali per riflettere sugli orientamenti e le proposte per la riforma della Curia Romana. I nuovi Cardinali sono: Mons. Dominique Mamberti, Arcivescovo titolare di Sagona, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica; Mons. Manuel José Macário do Nascimento Clemente, Patriarca di Lisboa (Portogallo); Mons. Berhaneyesus Demerew Souraphiel, C.M., Arcivescovo di Addis Abeba (Etiopia); Mons. John Atcherley Dew, Arcivescovo di Wellington (Nuova Zelanda); Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo di Ancona-Osimo (Italia); Mons. Pierre Nguyên Văn Nhon, Arcivescovo di Hà Nôi (Viêt Nam); Mons. Alberto Suárez Inda, Arcivescovo di Morelia (Messico); Mons. Charles Maung Bo, S.D.B., Arcivescovo di Yangon (Myanmar); Mons. Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, Arcivescovo di Bangkok (Thailandia); Mons. Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento (Italia); Mons. Daniel Fernando Sturla Berhouet, S.D.B., Arcivescovo di Montevideo (Uruguay); Mons. Ricardo Blázquez Pérez, Arcivescovo di Valladolid (Spagna); Mons. José Luis Lacunza Maestrojuán, O.A.R., Vescovo di David (Panamá); Mons. Arlindo Gomes Furtado, Vescovo di Santiago de Cabo Verde (Arcipelago di Capo Verde); Mons. Soane Patita Paini Mafi, Vescovo di Tonga (Isole di Tonga). Papa Bergoglio unirà, inoltre, ai Membri del Collegio Cardinalizio 5 Arcivescovi e Vescovi Emeriti che si sono distinti per la loro carità pastorale nel servizio alla Santa Sede e alla Chiesa. Essi rappresentano tanti Vescovi che, con la stessa sollecitudine di pastori, hanno dato testimonianza di amore a Cristo e al Popolo di Dio sia nelle Chiese particolari sia nella Curia Romana sia nel Servizio Diplomatico della Santa Sede. Essi sono: Mons. José de Jesús Pimiento Rodríguez, Arcivescovo emerito di Manizales; Mons. Luigi De Magistris, Arcivescovo titolare di Nova, Pro-Penitenziere Maggiore emerito; Mons. Karl-Joseph Rauber, Arcivescovo titolare di Giubalziana, Nunzio Apostolico; Mons. Luis Héctor Villalba, Arcivescovo emerito di Tucumán; Mons. Júlio Duarte Langa, Vescovo emerito di Xai-Xai. “Preghiamo per i nuovi Cardinali, affinché, rinnovando il loro amore a Cristo, siano testimoni del suo Vangelo nella Città di Roma e nel mondo e con la loro esperienza pastorali mi sostengano più intensamente nel mio servizio apostolico”. Venti nuovi Porporati, di cui 15 Elettori. “Evidente – spiega padre Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana – il criterio che ha guidato il Papa nella scelta dei nuovi cardinali, quello dell’universalità: tra elettori ed emeriti, infatti, sono 18 i Paesi del mondo rappresentati. Non solo. Tra le 14 Nazioni di provenienza degli Elettori, 6 non avevano un cardinale o non lo avevano mai avuto, come Capo Verde, Tonga o Myanmar, oppure si tratta di comunità ecclesiali piccole o in situazioni di minoranza”. La Diocesi di Santiago de Cabo Verde, ad esempio, è una delle più antiche diocesi africane, mentre quella Morelia in Messico si trova “in una regione travagliata dalla violenza”. Alla Curia, pochi ruoli cardinalizi. “Uno solo, inoltre, il nuovo cardinale della Curia romana, Dominique Mamberti, perché – osserva padre Lombardi – evidentemente il Papa intende considerare compiti cardinalizi quelli dei Prefetti delle Congregazioni e di poche altre istituzioni importantissime della Curia, come in questo caso il Tribunale della Segnatura”. Allo stesso tempo, “si conferma che il Papa non si ritiene vincolato alla tradizione delle ‘sedi cardinalizie’, motivata da ragioni storiche in diversi Paesi, per cui il cardinalato era considerato quasi ‘automaticamente’ legato a tali sedi”. Per gli Emeriti, “la nomina cardinalizia vuole essere un riconoscimento dato simbolicamente ad alcuni, ma riconoscendo i meriti di tutti”. Padre Lombardi offre anche qualche dato statistico. “Rispetto al numero di 120 Elettori, vi erano 12 posti ‘liberi’ nel Collegio oggi o nei prossimi mesi. Il Papa ha superato leggermente questo numero, ma si è mantenuto molto vicino ad esso, cosicché esso è sostanzialmente rispettato”. Il nuovo cardinale più giovane è l’Arcivescovo di Tonga, Mons. Mafi, (54 anni) che diventa anche il membro più giovane del Collegio cardinalizio. Mentre il più anziano è l’Emerito di Manizales, Mons. Pimiento Rodríguez (96 anni). Questa è l’universalità della Chiesa di Cristo nel mondo. Dalle nomine di Papa Bergoglio si evince una Chiesa sempre più universale e aperta alle periferie della Terra. “Questo dovrebbe essere un po’ il tema di sempre – osserva Mons. Edoardo Menichelli – la Chiesa è per il mondo e per l’umanità e l’umanità ha tante facce. Generalmente noi siamo abituati, per tanti motivi, a vedere la faccia gioiosa; in realtà ci sono anche nelle nostre periferie, cittadine come Ancona, le sofferenze, le povertà, i disagi, le solitudini sono numerosissime. Allora, questa attenzione, che tutti dobbiamo dare a quelle che ormai abbiamo imparato a chiamare “periferie”, dovrebbe diventare l’amore al centro dell’interesse pastorale. Questa è la grande speranza e il grande impegno del rinnovamento della pastorale. Sono convinto che la Chiesa deve muoversi, naturalmente senza abbandonare mai nessuno, è ovvio, seguendo due traiettorie, segnate proprio da crisi indotte e da crisi sopportate: una è proprio la povertà e i grandi disagi, le grandi sofferenze che ci sono in giro e che spesso risultano moltiplicate sotto l’enfasi della comunicazione. L’altra – che è centrale nella vita della Chiesa – è la famiglia come chiesa domestica. Dobbiamo assolutamente rinnovare un’alleanza con la famiglia, renderci conto che la famiglia è la dimensione scelta dal Figlio di Dio, farsi vedere misericordia e per essere segno della misericordia di Dio. Ha avuto bisogno di un grembo materno e ha scelto una famiglia. Credo che questi siano i due cammini sui quali muoverci con pazienza, con serenità, con vivo discernimento e con una grande passione pastorale, invocando il dono dello Spirito affinché ci aiuti a decodificare ciò che di giorno in giorno conosciamo e ciò che di giorno in giorno bussa inquietamente alle nostre porte. Credo che siano questi i due temi fondamentali. Noi non dobbiamo dimenticare una cosa: Gesù, Figlio di Dio, di Maria e nostro salvatore, ci ha donato la verità e ci ha donato la misericordia. Il nostro impegno come Chiesa è mettere insieme verità e misericordia perché laddove non ci riusciamo rischiamo di dividere la persona di Cristo. Verità e misericordia nascono dalla persona di Gesù. Noi dobbiamo essere capaci di entrarci dentro, di viverle personalmente, di testimoniarle e di donarle al mondo. Che la Chiesa riscopra la gioia di non essere sola, di essere in compagnia del Risorto, di essere consolata dallo Spirito, ma anche consolata dal fatto che le persone attendono da lei la Parola che salva. Questo è ciò che auguro alla mia chiesa e alla Chiesa universale”.
© Nicola Facciolini
Buona Festa dell’Epifania di Nostro Signore Gesù Cristo. Il 2015 sia l’Anno della Pace e della Luce. L’Epifania non è la festa della befana, la vecchia signora bitorzoluta volante della tradizione pagana, che non esiste affatto. Il carbone, carissimi bambini, offritelo ai vostri genitori poco informati. L’Epifania non porta via la gioia cristiana né i vostri regali! In effetti, nel segno della congiunzione dei pianeti Mercurio e Venere, e della splendente cometa Lovejoy C/2014Q2, cominciano nell’Anno Domini 2015, secondo il calendario giuliano, le festività natalizie nella chiesa cristiana ortodossa d’oriente che, prima o poi, si ricongiungerà alla Chiesa di Roma. L’Epifania è la Festa cristiana (Santa Messa cattolica di precetto: Isaia 60,1-6; Efesini 3,2-3a.5-6; Vangelo S. Matteo 2,1-12) della “manifestazione di Gesù come Messia d’Israele, Figlio di DIO e Salvatore del mondo. Insieme con il battesimo di Gesù nel Giordano e con le nozze di Cana”, la Festa della Epifania “celebra l’adorazione di Gesù da parte dei magi venuti dall’oriente. In questi magi, che rappresentano le religioni pagane circostanti”, ma anche la Scienza, “il Vangelo vede le primizie della nazioni che nella Incarnazione accolgono la Buona Novella (cf. film Nativity, NdA) della salvezza. La venuta dei magi a Gerusalemme per adorare il re dei Giudei mostra che essi, alla luce messianica della stella di Davide, cercano in Israele Colui che sarà il re delle nazioni. La loro venuta sta a significare che i pagani non possono riconoscere Gesù e adorarLo come Figlio di DIO e Salvatore del mondo se non volgendosi ai Giudei e ricevendo da loro la Promessa messianica quale è contenuta nell’Antico Testamento” (Catechismo Chiesa Cattolica n. 528). L’Epifania, come afferma San Leone Magno, manifesta che “la grande massa delle genti” (di oltre 7 miliardi di persone sulla Terra, oggi appena un terzo crede in Gesù!) “entra nella famiglia dei patriarchi e ottiene la dignità Israelitica”. Incontriamo anche la Scienza nella grotta di Betlemme. Gesù invita infatti anche i Re Magi ad adorarLo.