“Il nostro paese è da sempre in prima linea nella lotta contro il terrorismo islamico”. Inizia così l’informativa alla Camera del ministro dell’Interno, Angelino Alfano. “Non abbiamo in questo preciso momento segnali che indichino l’Italia o gli interessi italiani come esposti a specifiche ed attuali forme di rischio”.
Dopo gli attacchi di Parigi “sono scaturite valutazioni prudenziali per un immediato rafforzamento dei dispositivi di protezione e vigilanza diffuse a prefetti e questori”, spiega Alfano, nel corso dell’informativa alla Camera dopo gli attacchi terroristici di Parigi. “L’attività di monitoraggio degli obiettivi sensibili compresi quelli riferiti ad interessi francesi, statunitensi ed ebraici presenti in Italia- spiega- proseguirà con grandissimo impegno e dispiego di forze. L’attenzione non è solo rivolta verso i siti istituzionali come le ambasciate e i consolati dei paesi più esposti, i luoghi di culto del Vaticano ma è indirizzata anche a sedi di giornali e di network televisivi e non trascura quelle personalità pubbliche che anche in ragione delle loro posizioni politiche potrebbero risultare oggetto di mire terroristiche”. L’azione di vigilanza, insiste, sarà a “largo raggio” e verrà condotta “senza sottovalutare alcun segnale di pericolo neanche quello più banale ed apparentemente banale”, conclude.
Nei 53 foreign fighters che “hanno avuto a che fare con l’Italia” 4 di essi “hanno cittadinanza italiana come il genovese Delnevo morto in combattimento ad Aleppo e un giovane marocchino naturalizzato che si trova attualmente in un altro paese europeo”. Lo sottolinea il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, nel corso dell’informativa alla Camera dopo gli attacchi terroristici di Parigi. “La quasi totalità di queste persone è ancora attiva nei territori di guerra mentre la restante parte, minoritaria, è deceduta in combattimento o detenuta in altri paesi. Per gli altri residui casi i nostri sforzi sono concentrati per monitorare ed evitare il loro rientro in Italia”, aggiunge.(Dire)
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