L’esperienza occupazionale dell’Asilo di Viale Duca Degli Abruzzi, arrivata a quattro anni, è stata un traguardo inedito per la città e Arcigay è tra i testimoni di come questa, seppur con difficoltà, abbia saputo cucirsi addosso i temi fondanti del rifiuto degli estremismi, della solidarietà sociale e non ultimo quello della ricostruzione pubblica e del recupero degli spazi, in un momento in cui non era affatto scontato averne. E’ questo il leitmotif per cui poco più di due anni fa, Arcigay volle scommettere che l’Asilo ed i suoi occupanti sarebbero potuti essere uno dei punti da cui ripartire per la ricostruzione del tessuto sociale a L’Aquila: un percorso che riteniamo non possa mai prescindere dalle battaglie per i diritti delle minoranze. E’ un fatto che per Arcigay e per i suoi sostenitori le giornate contro l’omofobia, le proiezioni dei film a tematica LGBT e le tantissime iniziative, non avrebbero mai potuto avere luogo in questi due anni, se non ci fosse stato un posto in cui trasmettere idee, o semplicemente far sentire qualcuno meno solo. L’Asilo per molti resterà certamente un simbolo di questo periodo travagliato e quando inizieranno i lavori per la riqualificazione dell’edificio, in ogni caso si tratterà di una vittoria anche per noi, ma tutto ciò che accadrà dopo, dovrà improntarsi all’essenza dei valori antifascisti che il posto ad oggi ha fatto suoi.
Noi desideriamo fortemente che l’ ”Asilo del futuro” torni ad essere anche la sede di Arcigay a L’Aquila: riteniamo che aver rispettato un posto, aver contribuito a valorizzarlo per quanto possibile e non averlo lasciato all’abbandono, moralmente ci dia molta più voce in capitolo rispetto ai rissosi sceriffi dell’ultima ora, di cui condanniamo la leggerezza politica e l’insensibilità. Ma chi strumentalizza i valori e porta le definizioni all’insulto, è destinato ad essere ben più impopolare di quella parte di gioventù inclusiva e verace che si muove per cambiare le cose e di cui Arcigay prenderà sempre le parti.
Leonardo Dongiovanni
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