“E’ difficile riassumere in poche righe una vita piena di esperienze come quella di Ennio Odino. Prima partigiano scampato a un eccidio in Liguria, poi internato nel campo di Mauthausen, dopo la sua liberazione tornò in Italia diventando ciclista professionista accanto a Fausto Coppi, infine funzionario dell’Ue a Bruxelles e presidente dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) in Belgio.
Quella di Ennio Odino è una biografia che riassume alcune fra le stagioni più drammatiche, ma anche più straordinarie, vissute dal nostro Paese negli ultimi ottanta anni: dalla lotta di liberazione, alle difficoltà del dopo guerra, attraverso l’entusiasmo del boom economico, fino alla costruzione dell’Unione europea”. Con queste parole – a dicembre – Laura Garavini, segretario di presidenza del Gruppo Pd alla Camera, ricordava Ennio Odino, scomparso a Bruxelles all’età di 90 anni. Chi dice Ennio Odino (Gavi, 8 giugno 1924 – Bruxelles, 13 dicembre 2014) dice un partigiano e ciclista italiano. Un personaggio che ha lasciato un segno nella storia italiana.
“Pedaliamo con Crik per la libertà”
Per ricordarlo è in programma oggi a Bruxelles presso l’ Istituto Italiano di Cultura la conferenza dal titolo “Pedaliamo con Crik per la libertà”. Ma chi è Crik? Il nome di battaglia di Odino icona di amore per le radici e per la patria, per lo sport e la libertà. L’appuntamento è stato organizzato dall’Istituto Italiano di Culturain collaborazione con la sezione Anpi di Bruxelles.
Giuseppe Ennio Odino
Arrestato il 7 aprile 1944, con altre 75 persone, nel corso del rastrellamento delle forze nazifasciste iniziato due giorni prima, Ennio Odino fu portato al santuario della Benedicta; riuscì a sottrarsi al massacro benché ferito e tentò la fuga, che durò però soltanto qualche giorno. Nuovamente catturato, il partigiano Crik (il suo nome di battaglia), fu deportato nel lager nazista di Mauthausen-Gusen dove gli fu assegnato il numero 63783. Lì aderì alla Resistenza interna del campo, organizzando sabotaggi fino a partecipare alla liberazione del campo che avvenne i primi di maggio del 1945.
Rientrato in Italia, tornò alla vecchia passione per la bicicletta, partecipando a molte competizioni. Emigrato in Belgio e stabilitosi a Bruxelles (dal 1958) per seguire sua moglie, fu uno dei primi funzionari italiani della Commissione delle Comunità Europee. Nel suo impegno per la comunità italiana emigrata fu Presidente del Comitato Assistenza Scolastica Italiana, e Presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Anpi) in Belgio, così come Presidente dell’Associazione Internazionale dei Funzionari Europei Resistenti, Deportati e Internati, e responsabile per il Belgio dell’Associazione Combattenti e Reduci.
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