Monsignor Giuseppe Petrocchi, arcivescovo metropolita dell’Aquila, ha incontrato stamattina gli operatori di stampa e comunicazione per celebrare San Francesco di Sales, vescovo di Ginevra vissuto tra il XVI e il XVII secolo e patrono dei giornalisti.
Petrocchi ha esordito dicendo: “Tengo molto a questo incontro perché i giornalisti sono i ministri della comunicazione, hanno il compito di informare la società degli eventi che ne scandiscono la storia e di aiutare le persone, così, a formarsi una opinione oggettiva e critica sui fatti che li riguardano. Fondamentale è però il servizio alla verità”.
Le ferite del sisma sono ancora visibili sul territorio aquilano, dal punto di vista dei luoghi di culto, la stragrande maggioranza di essi sono andati distrutti. Proprio in merito al tema della ricostruzione del patrimonio edilizio ecclesiale ha detto che: “E’ fondamentale agire nel rispetto delle leggi, in trasparenza, senza avventurarsi in soluzioni improvvisate”.
Petrocchi ha confermato di aver lavorato tanto, in questi mesi per comprendere al meglio l’iter procedurale di ricostruzione. “ll lavoro intenso e faticoso non è subito visibile perché è necessario agire con riservatezza e rendere chiare le soluzioni soltanto una volta che sono state trovate. C’è stata una prima fase di studio che ho condotto con l’aiuto di esperti locali e nazionali. Ho ritenuto necessario, inoltre, incontrare personalità nazionali, regionali e locali, che avevano titolo per dare risposte alle domande poste. E mi è apparso chiaro che viviamo una condizione normativa confusa. Il rischio è che ci si ritrovi dinanzi a disposizioni che potrebbero generare conflitti e contenziosi, rallentando così i processi di ricostruzione”.
La progettazione e la successiva autorizzazione dei progetti avrà bisogno di un tempo necessario, normato dalla legge, per consentire l’ avvio dei lavori e la successiva riapertura dei luoghi di culto.
Petrocchi ha sottolineato che “la Curia non vuole appalti, ma vuole dire la sua su tematiche che riguardano un patrimonio di nostra proprietà nei modi che il legislatore deciderà. Non chiediamo privilegi, ma il rispetto dei nostri diritti”.
Salutando i giornalisti, Petrocchi ha detto: “Io voglio essere servo di Dio e di Pietro, di nessun altro. Dunque, se ci sono da dire dei no vanno detti anche dinanzi a personalità importanti”.
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