“Ho incontrato il presidio degli idonei e dei vincitori di concorso ancora in attesa di assunzione, che sta manifestando in piazza Montecitorio. Il tema dello scorrimento delle graduatorie e dell’immissione in ruolo di questi ragazze e ragazzi che hanno gia’ espletato procedure concorsuali per entrare nella Pubblica amministrazione e’ da tempo all’ordine del giorno del nostro lavoro in Parlamento. Oggi facciamo un ulteriore appello al governo: occorre prorogare le graduatorie con il Milleproroghe e utilizzarle per le prossime previste assunzioni, per esempio per il decreto anti-terrorismo, approvato ieri dal Cdm”. Lo dice la senatrice del Pd Stefania Pezzopane. “E’ da tempo – prosegue Pezzopane – che manifestiamo concretamente solidarieta’ a questi giovani che lottano per i propri diritti. Ricordo che a settembre siamo riusciti ad ottenere lo scorrimento delle graduatorie per le assunzioni in Polizia e nei Carabinieri, previste per l’Expo. Ora continua il nostro impegno, per la Guardia di Finanza e per gli altri concorsi espletati nella Pa. Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, oggi su Facebook, ha fatto un appello alla meritocrazia per salvare il Paese. Questo e’ un caso classico”. Secondo la senatrice “si devono creare possibilita’ per assumere quei giovani che, confidando nello Stato, hanno misurato le proprie capacita’ con un concorso pubblico e lo hanno vinto o sono risultati idonei. La strada ora e’ quella, da un lato, del milleproroghe per non far scadere le graduatorie, dall’altra quella della riforma Madia e dei provvedimenti ad hoc, come l’anti-terrorismo, che prevedono movimenti di personale nella Pa. Non possiamo – conclude Pezzopane – deludere questi ragazzi”.
Foto: Manuel Romano-NurPhoto.com
Veni vidi vici… ma non mi assumono, storia di ordinaria italianità! I primi dati del monitoraggio dei vincitori di concorsi avviato dal Dipartimento della Funzione Pubblica
(http://goo.gl/VDS16y) enumerano 3061 vincitori delle pubbliche amministrazioni nel limbo permanente dell’attesa di chiamata, una “Waterloo” sociale, un quinto Stato, un’anomalia tutta italiana, e si tratta di dati provvisori (le amministrazioni non sono, peraltro, obbligate ad aderire al monitoraggio). Un esempio ex multis: il maxi-concorso di Roma Capitale bandito nel 2010 ha sfornato finora, marzo 2015, appena 300 assunti su 1995 vincitori di diritto (selezionati da 300.000 candidati), il 15% dei posti messi a bando, a fronte delle croniche carenze di personale, peraltro già tendenzialmente anziano. Competenze qualificate che potrebbero dare un’iniezione di produttività si
traducono, invece, in uno spreco di risorse umane ed economiche, quelle prodotte dalla complessa macchina organizzativa del concorso pubblico finanziato con i soldi pubblici! La Pubblica Amministrazione ci ignora: nessuno ci reclama, nessuno ci risponde, tutti ci dicono che è un’ingiustizia, ma nessuno si muove per aiutarci! Non è possibile concepire che in un paese occidentale superare le forche caudine di un concorso pubblico non produca la certezza giuridica sancita dall’articolo 97 della Costituzione, ma anni di attesa per l’ingresso nella PA! La cosa pubblica – pubblica in quanto finanziata con le tasse pagate dalla popolazione – è cosa di tutti, non è un’azienda privata e non può essere terra di conquista per la politica autoreferenziale che ne disponga a piacere, immolando i nostri diritti costituzionali per tenere in piedi sprechi e inefficienze pubbliche! Lunghi anni di studio, scuole alte alle spalle, concorsi superati non valgono un lavoro nell’Italia degli scandali. Chi sceglie la via legale è lasciato a casa, quasi un popolo di invisibili – anche perché i vincitori di concorso in attesa di assunzione non sono iscritti al sindacato e non votano le RSU –, mentre “sine titulo”, “atipici”, interinali, esternalizzati, precari per chiamata diretta (che non hanno affrontato alcuna selezione) sono prorogati e magari inseriti in percorsi di stabilizzazione (questi tutt’altro che
bloccati!) con una leggina-sanatoria ad hoc: i vincitori sconfitti da parenti, nepotismo, clientele e discrezionalità amministrativa al limite dell’arbitrio! Come noto, il principale ostacolo per le assunzioni da 20 anni a questa parte è la limitazione del turnover, cioè del ricambio generazionale tra personale in via di pensionamento e nuovi ingressi, di fatto un tetto alle assunzioni atto a ridurre le percentuali di accesso, che sta mettendo seriamente a repentaglio i servizi erogati ai cittadini dalla PA, causando oltretutto l’invecchiamento del lavoro pubblico e una perdita di professionalità, produttività, innovazione tecnologica senza precedenti. Non è un paese per giovani, verrebbe da dire, parafrasando il titolo del celebre romanzo di McCarthy! E’ di questi giorni, peraltro, il grido d’allarme della Ragioneria dello Stato: “Il mantenimento prolungato delle politiche di contenimento del turnover finirà per porre in pochi anni un problema di sostenibilità dei servizi erogati” (Fonte ANSA, http://goo.gl/nSlrjH). E’ tempo di una società più giusta, dove i padri aiutino i propri figli, dove il conflitto generazionale sia soppiantato da un modello sociale basato sulla solidarietà organica. “L’Etat c’est moi”: il Pubblico siamo anche noi, vincitori di concorso non assunti, per un paese migliore, più giusto e più dinamico. Salva un diritto, adotta un vincitore di concorso!