Avere un quadro normativo chiaro per supportare le imprese costrette a gestire un fallimento o altre procedure concorsuali. E siccome a causa della crisi i dati del settore evidenziano “nuovi record in termini di numerosita’ dei fallimenti”, l’universita’ Niccolo’ Cusano ha chiamato a raccolta esperti del mondo accademico e professionale per una giornata di studi dedicata proprio al tema ‘Gestione della crisi d’impresa. Elaborazioni della dottrina e indirizzi giurisprudenziali’. In un’aula magna gremita di legali, commercialisti e operatori del settore, il convegno ha visto susseguirsi interventi del calibro di Umberto Apice, avvocato generale della Corte di Cassazione, e Girolamo Bongiorno, professore dell’universita’ La Sapienza. Ad aprire i lavori, il magnifico rettore di Unicusano, Fabio Fortuna.
“Il convegno- ha detto- e’ dedicato alla gestione dei fenomeni di crisi che purtroppo spesso sfociano nel fallimento o in altre procedure concorsuali che alcune volte consentono di aiutare l’azienda a tornare in una situazione di normalita’”. Un appuntamento, quello di oggi, “particolarmente importante” per il rettore, “perche’ le relazioni si articolano in uno studio sistematico di alcuni aspetti normativi che riguardano il fallimento il concordato preventivo e le procedure concorsuali”. Fortuna ha poi tenuto a sottolineare l’importanza di dare “grande attenzione alle norme, che sono e restano l’unico riferimento attendibile”, anche se “stiamo assistendo a una evoluzione frenetica della normativa sui fallimenti”.
Molti gli argomenti trattati dai relatori nel corso del convegno, dalle azioni di responsabilita’ e la quantificazione del danno, fino alle false comunicazioni sociali e la bancarotta societaria, ma anche i poteri del Tribunale nell’istruttoria prefallimentare. “Diversamente da quando si pensava che il Tribunale avrebbe avuto un ruolo ridotto- ha tenuto a dire Bongiorno- il giudice e’ preminente nella gestione della procedura concorsuale, in particolare nel fallimento”, dove “e’ necessario che il giudice segua e controlli l’operato del curatore in maniera incisiva. Quindi- ha concluso- ben vengano questi poteri che la legge riconosce al tribunale fallimentare”.
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