La guerra civile in Libia, l’arrivo dell’esercito dell’Isis nelle principali città del Paese e le minacchie a Roma iniziano a preoccupare l’Italia. Che questa mattina, come fatto dalla Francia, per bocca del ministro degli Interni, Angelino Alfano, ha chiesto l’intervento dell’Onu.
“In Libia non c’è più tempo da perdere- ha scritto, in particolare, il ministro- l’Onu si muova subito per fermare il califfato”. Subito è arrivata anche l’appello del segretario dell’Udc Lorenzo Cesa. “Di fronte alla minaccia terroristica dell’Isis, giunta oggi a poche centinaia di chilometri dalle nostre coste- ha spiegato quest’ultimoi- ci aspettiamo una rapida risposta dell’Ue e un supporto diretto della comunità internazionale attraverso la mediazione dell’Onu. L’Alto rappresentante Ue per la politica estera Mogherini non resti impassibile. Occorre dare quanto prima una risposta unitaria e condivisa”.
All’Onu pensa anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, intervenuto nel pomeriggio al Tg5: “Non è il tempo dell’intervento, verificheremo che cosa ci sarà da fare, se ci sarà una guida delle Nazioni unite più forte sarà meglio per tutti. La visione del governo è una sola e tutti i ministri la condividono: aspettare che il Consiglio di sicurezza dell’Onu lavori un po’ più convintamente sulla Libia. Non si passi dall’indifferenza totale all’isteria irragionevole”.
Frena la Lega. “Prima di parlare di guerra si sospendano gli sbarchi, si controllino i confini e si prendano accordi con chi dovra’ governare in Libia” dove “oggi ci sono due governi e mezzo. Rischiamo di perdere vite umane, soldi e tempo senza capire cosa fare” ha voluto dichiarare Matteo Salvini, segretario della Lega nord, a Radio Padania.
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