Ci sarà anche il Direttore di Un Mondo D’Italiani, la studiosa molisana Mina Cappussi, alla presentazione in Senato della X Edizione delle Giornate dell’Emigrazione di Asmef, l’Associazione “Mezzogiorno Futuro” presieduto dall’eclettico Salvo Iavarone. “Nutrire il pianeta, tema dell’Expo che aprirà i battenti a Milano il 1 maggio, non poteva che essere al centro della rassegna che Asmef ci propone da un decennio a tutela di un capitolo fondante della storia d’Italia: l’emigrazione!” Comincia così l’intervento centrale della Cappussi al Senato della Repubblica, Sala degli Atti Parlamentari, in piazza della Minerva, a Roma, che vedrà la partecipazione di studiosi del settore giunti da tutta Italia. Tra gli altri, ci saranno il Senatore Maurizio Gasparri, Irene Pivetti, Giulio Terzi di Sant’Agata, già Ministro Affari Esteri, l’imprenditore Santo Versace, l’Assessore all’Emigrazione della Regione Campania, Severino Nappi, e lo staff Asmef guidato dal Presidente Salvo Iavarone e dalla Direttrice Valeria Vaiano, che presenteranno gli eventi dell’anno. La molisana Mina Cappussi interverrà come relatore, nonché autore e curatore del Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo, e soprattutto come membro dell’illustre Collegio Scientifico di Asmef.
“Che vi viene in mente se dico “spaghetti e mandolino?” I nomignoli affibbiati agli italiani sono numerosissimi – spiega la Cappussi – spesso legati al retaggio culturale, frutto di pregiudizi e paure. Ervin Goffman ha parlato efficacemente di stigma, esplorando il problema della devianza in relazione ai processi di costruzione dell’identità sociale. Secondo Goffman, in teoria qualsiasi attributo può diventare uno stigma, da attributo, dunque, a stereotipo, come quello che identificava gli italiani, appunto, con il classico “spaghetti e mandolino”, ma anche “Macaroni”, “Spaghettifresser”, “garlic”, “los polpetoes”. Ma il cibo, la cultura alimentare, i sapori, gli aromi e i profumi di casa costituiscono per gli emigranti un prezioso retaggio culturale in grado di attutire il dolore per la lontananza. Gli alimenti della propria terra risvegliano la memoria del palato e ridestano i sentimenti di appartenenza. Pregnante, in tal senso, la descrizione del nostro De Amicis in “Sull’Oceano”: “povere cose, regali, per lo più, che portavano a parenti o ad amici d’America: chi una bottiglia di vino particolare, chi un caciocavallo, chi un salame, o un chilogrammo di paste di Genova e di Napoli, un litro d’olio, una scatola di fichi secchi, perfino una grembialata di fagiuoli, ma di casa propria, di quel tal angolo dell’orto, di cui il parente o l’amico si doveva ricordare sicuramente”.
La rassegna Giornate dell’Emigrazione si snoderà nel corso del 2015 tra l’Italia e quei Paesi del mondo dove operano numerose ed intraprendenti le comunità di connazionali emigrati allo scopo di valorizzare la significativa storia dell’emigrazione italiana. Tante le novità, tra le quali il Premio Eccellenza Italiana, che si terrà a Washington e la kermesse sulla Cucina Italiana di Emigrazione, Capitan Cooking. Dibattiti, tavole rotonde, meeting, mostre, libri, opere culturali che promuovono le eccellenze del made in Italy in vari settori tra cui l’arte, l’economia, l’impresa, la cultura, lo spettacolo, il giornalismo, la ricerca e l’innovazione.
L’appuntamento è presso la Sala degli Atti Parlamentari, Piazza della Minerva – Senato della Repubblica, Roma. Ricordiamo che l’ingresso è consentito solo per coloro che si sono accreditati e che per gli uomini è d’obbligo indossare giacca e cravatta.
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