A due anni dall’elezione di Papa Bergoglio un bilancio su “il Cammino e le sfide di Francesco”. Questo il tema del confronto organizzato dall’università Lumsa e l’associazione “Buonacultura” che si è svolto ieri sera nella sala della Protomoteca del Campidoglio. Davanti a una platea gremita e attenta sono intervenuti il presidente del Senato, Pietro Grasso, il magistrato Giancarlo Caselli, la regista Liliana Cavani, il professor Roberto Zannotti, Luca Giansanti consigliere di Roma capitale, Valerio Toniolo presidente dell’associazione Buonacultura, il giornalista Marco Politi e Guzman Carriquiry, segretario della Pontificia commissione per l’America Latina. Invitato anche il cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente Pontificio consiglio per i testi legislativi. Nel suo intervento il presidente del Senato, tra l’altro, si è soffermato sul rapporto speciale del santo Padre con l’Italia e la sua attenzione ai temi della giustizia sociale e della buona politica: “Nella sfida al potere e ai potenti si inserisce anche il suo tornare continuamente sul tema della corruzione. Non credo sia un caso- ha detto Grasso- che sia stata al centro anche dell’omelia del 27 marzo scorso, durante la messa con i parlamentari italiani. ‘I peccatori pentiti saranno perdonati. I corrotti no: una volta scelta questa opzione non torneranno indietro e diventeranno irredimibili, simili a sepolcri imbiancati, una putredine verniciata: questa e’ la vita del corrotto'”.
“Un’omelia forte, tagliente- ha aggiunto il presidente del Senato-, nella quale ha bollato l’ipocrisia, il fariseismo, la corruzione, la distanza tra il popolo e le classi dirigenti, chiuse entro anguste logiche di fazione, di ideologie, di interessi. Del resto non poteva parlare di misericordia. Non aveva davanti i poveri, gli ultimi, non aveva senso mostrarsi dolce, accarezzare e abbracciare. Stupisce che qualcuno si sia stupito” ha concluso sul punto Grasso.
“Per un lungo periodo la Chiesa e la societa’ civile hanno avuto momenti di incertezza, ambiguita’, ritardi e confusione sul problema della mafia…” ha detto il magistrato Giancarlo Caselli, a margine del convegno organizzato dall’universita’ Lumsa e l’associazione “Buonacultura” ieri sera in Campidoglio su “Il cammino e le sfide di Francesco” nella sala della Protomoteca in Campidoglio. Mentre “giustamente si affrontava il problema del totalitarismo del comunismo- ha sottolineato Caselli- c’era meno attenzione a quella sorta di sacralita’ atea della mafia, e la forza profetica della Chiesa risultava appannata. Ora le cose stanno cambiando: prima la condanna di papa Wojtyla ad Agrigento, poi papa Ratzinger e ora papa Francesco che e’ stato ancora piu’ netto e categorico dicendo che i mafiosi vengono scomunicati: per loro c’e’ quindi la pena massima per un cristiano, la condanna definitiva, un vero e proprio monito della Chiesa a farla finita con l’ambiguita’”. Ora, ha detto ancora Caselli “la mafia e’ vista veramente come un peccato, una iattura, una disgrazia per i cittadini e i cristiani e va combattuta per l’interesse generale e per la ricerca del bene comune”.
La regista Liliana Cavani vede “un Papa concreto, il nome Francesco e’ concretezza: per secoli si e’ parlato solo del Cantico, ma lui e’ anche altro. C’e’ una visione sociale di fraternita’ in questo, il Santo Padre tiene molto conto di questo, altrimenti non avrebbe preso quel nome. Ha fatto un atto coraggioso, necessario e importante”.
Dopo due anni dall’elezione di Papa Francesco “abbiamo deciso di fare il punto, in un luogo simbolico come il Campidoglio, perché il Papa è il Vescovo di Roma, qui ha un impegno pastorale” ha detto Valerio Toniolo, presidente dell’associazione ‘Buonacultura’. “Abbiamo deciso di farlo attraverso un dialogo, ascoltando diversi punti di vista: da quello della Curia, con il Cardinale Coccopalmerio, quello della Cultura, con la regista Liliana Cavani, ma anche l’impegno dei magistrati, quindi Giancarlo Caselli, visto che il Papa ha scomunicato i mafiosi, e sentendo anche un biografo e decano dei giornalisti vaticanisti come Marco Politi”. L’idea forte al centro, ha sottolineato Toniolo “è che il cammino e le sfide di Francesco a livello globale sono, un po’ in piccolo, anche le sfide di Roma. In una visione positiva, anche se saranno sfide difficili, e con un’attenzione particolare agli ultimi, alle periferie, alle persone che soffrono”.
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