L’assemblea capitolina, la notte appena trascorsa, ha approvato con 21 voti favorevoli, 6 contrari e 4 astenuti la delibera sulla vendita degli immobili del Campidoglio. Soddisfazione da parte del Campidoglio. “Risorse per la città, fine dei privilegi e più efficienza nella gestione del patrimonio- ha spiegato Alessandra Cattoi, assessore al Patrimonio, Politiche UE, Comunicazione e Pari Opportunità di Roma Capitale- Questo in sintesi ciò che comporta l’approvazione della delibera 88 da parte dell’Assemblea capitolina, una svolta vera e propria per Roma Capitale”.
“Dopo anni e anni di nebbia- ha aggiunto Cattoi- questa operazione di trasparenza consente di mettere la parola fine. Fine delle ingenti spese di gestione e manutenzione, fine alle pesanti situazioni di morosità e fine delle condizioni di privilegio non più sostenibili. La prima azione che faremo sarà proprio quella di recuperare le somme dovute all’amministrazione da tutti gli inquilini morosi, per poi procedere all’alienazione degli immobili. Grazie al lavoro della maggioranza, il dibattito in Aula Giulio Cesare ha permesso di arricchire la delibera con alcune modifiche rispetto alla proposta originaria che, senza in alcun modo modificarne i principi ispiratori, rendono ancora più rigorosi e stringenti i criteri di vendita. L’alienazione di questi 600 immobili permetterà ricavi importanti che saranno investiti in nuove scuole, emergenza abitativa e opere di manutenzione urbana. Questa è la discontinuità con il passato e questo è il modo giusto di valorizzare il patrimonio e metterlo davvero a disposizione di tutti i cittadini e le cittadine di Roma”.
Per il sindaco Marino “con il voto di questa notte, l’Assemblea Capitolina ha varato un provvedimento molto importante, che ci consente di valorizzare una porzione del patrimonio immobiliare del Campidoglio e trasformare i proventi di questa operazione in un capitale da reinvestire immediatamente nella manutenzione urbana e nell’housing sociale. Con grande determinazione abbiamo prima censito le proprietà immobiliari del Campidoglio e poi scelto la strada più trasparente per la sua parziale alienazione, quella delle aste pubbliche. Oggi poniamo fine ad una gestione non redditizia ed opaca di una ricchezza che non rientra nelle finalità di diretta competenza di un Comune, come la gestione di un patrimonio immobiliare. Il Campidoglio non sarà più dunque un’agenzia che gestisce – come accade da decenni – case e negozi con affitti sottostimati e contratti in perdita. Ora potremo ottenere circa 300 milioni di euro, da destinare ad investimenti sulla manutenzione, sul decoro urbano e sull’edilizia sociale, di cui questa città e i suoi cittadini hanno veramente bisogno”(Dire)
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