Gaetano Cantalini, Capogruppo “Svolta Democratica” del Comune di Navelli (AQ), in una nota scrive: “Lo scorso 26 febbraio l’Amministrazione comunale ha convocato con grande fretta una riunione per informare i presidenti dei consorzi che avrebbero potuto, a breve, iniziare i lavori di ripristino dei propri edifici danneggiati dal terremoto del 6 aprile 2009. Una studiata manifestazione che, se fatta con i giusti intenti, sarebbe stata anche meritoria per chi l’ha pensata. Ma nel nostro caso essa ricorda miseri comportamenti di antica propaganda, quando un famoso imprenditore di Napoli decise di candidarsi al Parlamento nazionale e regalò ai propri cittadini una sola scarpa di un paio, dicendo loro che la seconda l’avrebbero ricevuta subito dopo le elezioni.
Sembra essere tornati ai tempi bui della vita politica del nostro paese, quando cioè si faceva apparire quello che era un diritto dei cittadini, una concessione da parte di qualcuno. Qui non siamo di fronte ad un paio di scarpe, ma ai soldi che il Governo ha messo a disposizione per la nostra ricostruzione. E guarda caso, solo ora, l’Amministrazione comunale si ricorda che bisogna informare i cittadini sui soldi della ricostruzione. Perché non lo ha fatto quando si è trattato di fare le scelte da inserire all’interno del nostro Piano di Ricostruzione o quando si è deciso di ricostruire un edificio municipale di 1000 mq?
Ai nostri concittadini vogliamo – prosegue Cantalini – dire che le risorse di cui ogni Comune dispone sono ripartite dal Tavolo di Coordinamento (composto dagli otto sindaci rappresentanti di ogni area omogenea) conseguentemente a ciò che stanzia il Governo. Esse, fino ad ora, sono state ripartite in base ai danni che ogni comune ha ricevuto dal terremoto, il che vuol dire che più danni la Protezione Civile aveva rilevato, maggiori sarebbero stati i finanziamenti. Quindi tutto in maniera quasi automatica. Non è merito o demerito di una singola amministrazione se i soldi arrivano o meno! Di recente il Governo ha imposto di procedere al riparto dei fondi attraverso il meccanismo del “tiraggio”, cioè più progetti vengono approvati dagli uffici appositamente allestiti (nel nostro caso l’Ufficio Territoriale per la Ricostruzione che ha sede a Caporciano) più ci sono possibilità di ricevere fondi. Nel caso del Comune di Navelli si è realizzata una “fortunata” coincidenza: gli altri comuni dell’area avevano già finito la ricostruzione fuori dal centro storico, quindi l’Ufficio si è potuto dedicare quasi a tempo pieno all’istruttoria dei progetti di Navelli. La nostra Amministrazione, a differenza delle altre dell’area che avevano per lo più affidato l’istruttoria delle pratiche direttamente ai propri Uffici Tecnici, si serviva della costosa ed elefantiaca struttura della filiera (fintecna, cineas…) che ha dilatato considerevolmente i tempi per l’approvazione. Quindi l’Ufficio di Caporciano si è trovato a dover verificare quasi in blocco le numerose istruttorie lasciate inconcluse dalla suddetta filiera. Un altro elemento, poi, è rappresentato dalla dimensione molto circoscritta del nostro “centro storico” ai fini del sisma (la cosiddetta Perimetrazione). La scelta di demarcare un “piccolo” centro storico, se da un lato ha permesso di finanziare le richieste di contributo senza aspettare l’approvazione del Piano di Ricostruzione, dall’altro ha eluso la necessaria programmazione (definizione di priorità) che invece è obbligatoria per legge all’interno centro storico. Questo ha come conseguenza, non proprio positiva, che possano essere finanziati indifferentemente tutti gli edifici e può quindi accadere che vengano ammesse a finanziamento le stalle prima delle abitazioni principali!
Nessuna beneficenza c’è stata, inoltre, da parte degli Amministratori del Comune di Navelli nei confronti di altri Comuni. Si tratta semplicemente – conclude la nota – di risorse messe da parte per consentire una più equa ripartizione dei fondi fra tutti. Non bisogna appartenere, quindi, a nessuna lobby, come qualcuno si è affrettato a declamare con il petto gonfio. Deve, al contrario, esistere una doverosa tensione verso l’interesse generale, che nel caso di Navelli, viene progressivamente soffocata da atteggiamenti deresponsabilizzanti (come nel caso della demolizione e ricostruzione dello storico Palazzo Cortelli a Civitaretenga). Ci si trincera dietro procedure formalmente regolari, ma che finiscono per determinare, nella sostanza, effetti lontani proprio dagli stessi interessi pubblici che le procedure vogliono tutelare! Proprio laddove dovrebbe intervenire la “politica”, a Navelli risulta più assente.
Noi, come gruppo di minoranza del Comune di Navelli, abbiamo cercato nel corso di questi anni di combattere questa modalità di comportamento, primo fra tutti l’assoluta mancanza di ascolto dei cittadini che si fa finta di coinvolgere solo quando si avvicinano le elezioni”.
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