L’aula del Senato ha approvato, a maggioranza, la proposta di stralcio del comma 2 dell’articolo 1 del ddl sul divorzio breve. Salta cosi’ il divorzio immediato, quello che avrebbe ‘by-passato’ la fase della separazione in caso di richiesta consensuale di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio davanti a un giudice. Il ddl sul divorzio breve torna quindi, sostanzialmente, nella versione già licenziata dalla Camera che consente l’addio in un anno (o in sei mesi in caso di separazione consensuale), dall’avvenuta comparizione dei coniugi innanzi al presidente del tribunale nella procedura di separazione personale riducendo gli attuali tre anni previsti dalla legge.
La norma sul ‘divorzio lampo’ seguirà ora un suo percorso autonomo in Senato in un apposito ddl “per un supplemento di riflessione”, come ha spiegato la senatrice del Pd, Rosanna Filippin, contraria allo stralcio ma obbligata, dopo l’assemblea del gruppo stamane, a proporlo all’assemblea a causa del suo ruolo di relatrice.
M5s e Sel hanno votato contro la proposta di stralcio. Pd, Ncd, Udc, Fi a favore. Tuttavia, nei partiti che hanno votato per il si’ alla soppressione della norma, ci sono stati alcuni dissensi a titolo personale.
Il ddl sul divorzio breve proseguirà invece il suo iter con la terza lettura alla Camera dove, senza il nodo dello scioglimento immediato del matrimonio, dovrebbe avere un via libera definitivo abbastanza rapido.
La senatrice a vita Elena Cattaneo ha votato contro lo stralcio del comma 2: “A due persone sposate, adulte e senza figli o con figli maggiorenni- ha detto intervenenendo in aula al Senato- non puo’ essere negato di accedere subito al divorzio se è consensuale. Non si tratta di scelte etiche o morali ma della tutela dei diritti di ogni persona a poter decidere di se stessa. In queste materie l’interferenza dello Stato deve essere il piu’ vicina possibile allo zero”.
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