“Tre italiani su dieci non sono ancora allacciati a fognature o a depuratori, con quasi la maggioranza di chi vive in Sicilia, in Calabria, Campania, un 30% in Lombardia e Friuli”. Lo dice Erasmo D’Angelis, capostruttura di ‘Italiasicura’, intervenendo agli Stati generali ‘acque pulite’, organizzato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, oggi a Roma, presso la Nuova Aula dei gruppi parlamentari.
L’ultimo screening Ue disponibile del 2011 “non lasciava dubbi: siamo in ritardo sulla capacità di depurazione, e i livelli di allacciamento a fognature e depuratori nelle 86 città con oltre 150.000 abitanti equivalenti, vedeva il 21,8% non connesso a fogna e il 41,9 non in regola con il trattamento secondario. Anche in grandi aree metropolitane”, prosegue D’Angelis.
Quindi, “a quasi 10 anni dal termine ultimo (2005) per la messa a norma dei sistemi fognari e depurativi prevista dalla Direttiva Ue del ’91/271 registriamo un forte ritardo nel rispetto degli obblighi assunti come Stato membro. Questa situazione- ricorda D’Angelis- ha condotto già a due condanne della Corte di Giustizia Europea e all’avvio di una terza procedura di infrazione che porterà inesorabilmente, se non si interviene con forza e determinazione sbloccando l’immobilismo cronico, alla terza sentenza di condanna, ed alla irrogazione di pesanti sanzioni”.
“La criticità per gli acquedotti, in particolare al Sud, esclusa la Puglia, vede circa 9 milioni di persone ancora con problemi di quantità e qualità di acqua al rubinetto, le stesse dispersioni in rete, conferma Istat, al 37% a livello nazionale sono circa il 50% al Sud (bisogna inviare due litri per utilizzarne uno) e sono direttamente proporzionali agli investimenti sulla rete. Si registra un peggioramento rispetto al 2008, quando le dispersioni di rete erano nel Centro-Sud poco superiori al 40%. Sono invecchiati tubi e impianti e mancano manutenzione (escluso Puglia e Abruzzo)”, emerge dagli Stati generali ‘acque pulite’ oggi a Roma.
Serena Tropea-Dire
Lascia un commento