Ferdinando Agnini è il primo, Augusto Zironi l’ultimo. Sono loro che aprono e chiudono l’elenco dei martiri delle Fosse ardeatine: una processione di nomi lunga una manciata di minuti, scandita per non dimenticare l’eccidio nazista di 71 anni fa. Il ricordo delle vittime passa anche per questo: per la lettura, uno per uno, dei nomi di chi cadde per mano tedesca in rappresaglia all’azione partigiana di via Rasella. “Questo mausoleo, voluto allora dai familiari dei 335 uomini delle diversi fedi religiosi e politiche- ha ricordato aprendo la commemorazione di questa mattina Rosetta Stame, figlia di un membro della Resistenza ucciso alle Fosse ardeatine e presidente dell’Associazione nazionale tra le famiglie italiane dei martiri caduti per la libertà della patria (Anfim)- è a imperitura memoria per le nuove e future generazioni: questo è il nostro impegno. Continueremo con la stessa passione a testimoniare, a partire dalle scuole, questo è il nostro compito a cui non possiamo e non dobbiamo sottrarci”.
Nella tribuna allestita per le autorità c’erano il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i presidenti delle Camera Pietro Grasso e Laura Boldrini, il sindaco di Roma Ignazio Marino, il presidente del Lazio Nicola Zingaretti, il ministro della Difesa Roberta Pinotti. Lo scorso 31 gennaio Mattarella, appena eletto al Quirinale, venne qui in forma privata. Rosetta Stame lo rimarca: “Grazie presidente per aver ricordato con la sua visita privata quali siano le radici della nostra Repubblica e il valore della memoria: il ripudio totale della guerra e garantire la pace”.
Mattarella ha deposto una corona d’alloro a memoria delle vittime e, nel corso della commemorazione, sono state recitate due preghiere, in ebraico e in italiano. “È giusto essere qui ogni anno- sottolinea Zingaretti-, ci saremo sempre, questi valori vanno ribaditi tutti i giorni dell’anno: e’ l’unico modo per essere degni del sacrificio che hanno compiuto questi uomini”.
Per Marino qui vive “il ricordo di un evento drammatico, di una pagina tristissima non solo di Roma ma della storia universale. E’ importante che lo si ricordi, che Roma coltivi questa memoria, ed e’ importante che lo si faccia con i ragazzi di tante scuole”. Presenti, come sempre, alcune scolaresche e tanti uomini e donne con i fazzoletti tricolore o delle associazioni partigiane. Dal palco Rosetta Stame ha detto che “settant’anni dopo la guerra l’Italia ha conosciuto altre stragi, terrorismo e mafia”. Pietro Grasso, lasciando il mausoleo le fa eco: “Dobbiamo cercare di contrastare il terrorismo innanzitutto invocando la pace, come e’ stata invocata in questa manifestazione. Dobbiamo sempre ricordare che questi episodi non si devono piu’ verificare e che su questo dobbiamo costruire un Paese migliore”.
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