Un piccolo barlume di luce e speranza sembra scorgersi alla fine del tunnel della crisi economica, in cui il nostro Paese è imprigionato ormai da sette anni. Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, sta tornando a crescere la fiducia di imprese e consumatori, con i relativi indici che fanno segnare dei valori molto alti, che non si vedevano da tempo immemore. L’indice di fiducia esprime numericamente il grado di aspettativa che una determinata categoria ripone in un certo tipo di investimento, oppure nell’avvenimento di un determinato evento, nel nostro caso, il miglioramento della situazione economica del Paese. Il numero finale, sarà ovviamente la summa di numerosi indici minori, quali, ad esempio le attese sugli ordini, le attese di produzione, le attese sull’occupazione. Secondo l’Istituto di Statistica, la fiducia delle imprese italiane è in “deciso miglioramento”, con l’indice complessivo che registra una crescita notevole rispetto all’ultima rilevazione di febbraio, salendo da 97,5 punti fino a quota 103. Un valore del genere non si vedeva addirittura dal luglio del 2008, anno di inizio della crisi economica. La crescita non riguarda un singolo settore, ma li coinvolge tutti: il manifatturiero sale da 100,5 a 103,7, facendo registrare il dato più alto dal luglio del 2011, ma vanno molto bene anche le costruzioni (da 108,5 a 116), i servizi di mercato (da 100,4 a 108,1) e il commercio al dettaglio (da 101 a 103).
Cresce molto anche la fiducia dei consumatori, con il relativo indice che fa registrare una nuova impennata e si assesta a quota 110,9, con un aumento di 3,2 punti rispetto alla rilevazione del mese scorso. A segnare un vistoso aumento è soprattutto la componente economica, che prende in considerazione la situazione del Paese intero, piuttosto che quella personale. Era dal lontano maggio del 2002 che l’indice sulla fiducia dei consumatori non toccava questo livello. In particolare, migliorano i giudizi sulla situazione economica complessiva dell’Italia e le aspettative sulla disoccupazione, con una crescita significativa di coloro che si attendono una diminuzione di quest’ultima (il 36,6% del campione, rispetto al 32,6% di febbraio). In lieve aumento anche le attese future sull’economia. Tuttavia, i dati diffusi dall’Istat non convincono per nulla due importanti associazioni di consumatori, quali Adusbef e Federconsumatori, che parlano di “dati inverosimili, che lasciano a dir poco perplessi”. A sostegno delle proprie asserzioni, le due associazioni riportano le sconfortanti rilevazioni dell’Onf (Osservatorio nazionale Federconsumatori) in merito ai consumi pasquali, per i quali si prevede una contrazione di circa il -7%.
Luca Marrelli
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