In occasione delle commemorazioni per il sesto anniversario del terremoto del 6 Aprile 2009, che ha distrutto la città dell’Aquila, si è molto parlato della legge sulla ricostruzione e delle caratteristiche che questa dovrebbe avere, per garantire al Capoluogo, una rinascita rapida ed effettiva. Prima il Premier Matteo Renzi, tramite il suo profilo Facebook, ha parlato di fondi già stanziati, che vanno spesi bene. Successivamente, la senatrice aquilana Stefania Pezzopane, sull’onda delle parole del Primo Ministro, ha puntualizzato quali devono essere i principi ispiratori del testo legislativo sulla ricostruzione, affinché questo possa effettivamente rispondere alle esigenze della città e dei cittadini. Tuttavia, questa legge, per il momento, è ancora molto lontana dall’essere approvata dal Parlamento italiano e l’iter legislativo, dopo che il primo firmatario Giovanni Legnini si è trasferito al Csm, sembra essere bloccato.
Proprio per discutere questa legge e lo stallo in cui sembra essere bloccato attualmente il suo percorso di stesura, i rappresentanti delle liste civiche del Comune dell’Aquila, sono tornati a richiedere l’immediata convocazione di un Consiglio Comunale Straordinario. “È da dicembre scorso che abbiamo fatto richiesta formale di un Consiglio comunale straordinario per discutere sulla nuova legge sulla ricostruzione, anche a seguito dell’organizzazione di un incontro pubblico molto partecipato e ricco di stimoli e proposte”, si legge in una nota congiunta rilasciata da “Appello per L’Aquila” e “L’Aquila che vogliamo”. “Il regolamento del Comune prevede che, a fronte di tale richiesta, il Consiglio sia convocato entro venti giorni. Il tempo passa, ma del Consiglio nessuna traccia”. Secondo il parere delle liste civiche, la città non può più aspettare e rimanere ferma a guardare perché è arrivato il momento che i cittadini possano discutere delle leggi che riguardando il loro presente e, soprattutto, il loro futuro: “Gli annunci, le promesse e presunte bozze si susseguono da quasi un anno con impegni sempre puntualmente disattesi”, prosegue la nota . “È inammissibile che il tutto, come al solito, sia scritto e concordato non si sa con chi, come e per quali interessi, attraverso un processo che di partecipato e condiviso non ha nulla. Sarebbe invece importante che tutti potessero dare il proprio contributo di idee per non ripetere gli errori fatti con le norme precedenti scritte a ‘porte chiuse’”. Qualora a questa richiesta non dovesse seguire l’effettiva convocazione del Consiglio Straordinario, le liste civiche minacciano di ricorrere alla procedura prevista dall’art.39, comma 5, del Testo Unico sugli Enti Locali, che prevede, in caso di inosservanza degli obblighi di convocazione, la possibilità che sia il Prefetto a provvedere alla stessa.
Luca Marrelli
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