Mattinata terribilmente calda quella di oggi al Consiglio Regionale d’Abruzzo. Le due sedute dell’assise regionale, una ordinaria ed una straordinaria, pur non avendo all’ordine del giorno la discussione sulla chiusura dei quattro punti nascita di Atri, Ortona, Penne e Sulmona, hanno vissuto proprio su questo argomento la loro fase più concitata. Nella discussione consiliare infatti, sono state inserite tre risoluzioni urgenti, riguardanti la grana più spinosa con la quale finora ha dovuto fare i conti l’esecutivo guidato da Luciano D’Alfonso, coinvolto in prima persona nella questione, anche per il suo ruolo di Commissario ad Acta della sanità abruzzese. La prima e più radicale risoluzione, presentata dai consiglieri del Movimento Cinque Stelle, richiedeva l’immediata revoca del decreto di chiusura dei quattro punti nascita, mentre l’altra, firmata dai consiglieri di Abruzzo Civico, Regione Facile, dal Democratico Pierpaolo Pietrucci e da Emilio Iampieri di Forza Italia, puntava a dare mandato a D’Alfonso, per revocare il decreto ed emanarne un altro, che si limiti ad ordinare la chiusura dei punti nascita di Atri, Ortona e Penne, senza pregiudicare quello di Sulmona, ritenuto più importante, vista la difficoltà di mobilità dei suoi utenti. L’ultima risoluzione, presentata dal Presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio voleva impegnare la Giunta, ad avviare una trattativa con il governo nazionale per ottenere deroghe motivate all’esecutività del decreto di chiusura. Fuori dall’emiciclo, un numeroso capannello di cittadini provenienti dalle quattro cittadine interessate e di attivisti del Movimento Cinque Stelle, hanno inscenato una vivace protesta, con una serie di striscioni e slogan, indirizzati indifferentemente a destra e sinistra, ritenute egualmente responsabili dello smantellamento della sanità abruzzese attualmente in atto. Ai manifestanti per la questione punti nascita si sono uniti infatti i cittadini di Atessa, per protestare contro la chiusura dell’ospedale della loro città. È difficile però immaginare che le risoluzioni presentate oggi e le proteste cittadine vadano a buon fine, provocando un passo indietro rispetto alla decisione di mettere fine alla vita dei punti nascita delle quattro cittadine interessate entro e non oltre il 31 ottobre. Per altro ieri, il Ministero della Salute, in un incontro con D’Alfonso, ha affermato che l’eventuale raggiungimento degli obiettivi prefissati, entro la fine di luglio, potrebbe comportare per la sanità abruzzese la fine del commissariamento, già a partire dal prossimo autunno.
Luca Marrelli
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