Da almeno quattro anni Policentrica ed altre associazioni dell’Aquila sostengono la necessità di dotare la città da ricostruire di uno spazio operativo di confronto fra cittadini ed istituzioni. Nel novembre scorso, al termine di un lungo e complesso iter procedurale, a ridosso della decisione del consiglio comunale, l’assessore del Comune dell’Aquila, Di Stefano definiva quello relativo allo Urban Center “un atto deliberativo importante, che consentirà un significativo passo in avanti verso una partecipazione reale e collaborativa dei cittadini alla vita amministrativa”. Coerentemente il Consiglio approvava a maggioranza l’Atto Costitutivo dello Urban Center che così recita: “L’Associazione Urban Center ha lo scopo di favorire la partecipazione attiva della cittadinanza promuovendo e raccogliendo iniziative e proposte formulate da soggetti pubblici e privati finalizzate a individuare soluzioni condivise riguardo ai beni comuni, a qualificare e migliorare il territorio aquilano e la sua vita sociale e civile.”
In gennaio veniva pubblicato un avviso per la manifestazione di interesse per consentire ad associazioni, imprese, ordini professionali, etc. di proporre la propria candidatura all’Assemblea dello Urban Center che dovrebbe redigere un proprio regolamento ed eleggere i propri organismi. Ebbene, a metà aprile risulta che una quarantina di schede presentate in risposta alla manifestazione d’interesse “riposano” in Comune senza che nessuno si preoccupi di dare seguito alla nascita dell’importante istituzione.
Dopo il “significativo passo in avanti” sottolineato dall’assessore, si registrano al momento lentezze intollerabili, specie se confrontate con il velocissimo iter dei Consigli Territoriali della Partecipazione tirati fuori dal cilindro dal sindaco Cialente nel mese di novembre e già approvati a metà marzo dal consiglio comunale.
Se si confrontano infatti due percorsi, quello dell’Urban Center ha impiegato quattro anni e sei passaggi amministrativi, quello dei Consigli Territoriali ha impiegato poco più di quattro mesi e tre soli passaggi. Pare insomma che prevalga nettamente la volontà politica di reintrodurre, questa volta sotto il controllo dei partiti, i vecchi Consigli di Circoscrizione dell’Aquila (aboliti per legge da qualche anno per i comuni al di sotto dei 250.000 abitanti).
Il paradosso della tartaruga che arriva prima nonostante la sua lentezza non rassicura Policentrica che pertanto chiede pubblicamente: il Sindaco ritiene lo Urban Center uno strumento necessario per la città e sta lavorando perché si realizzi veramente o no? Se la risposta (ovviamente ) è positiva chi/che cosa impedisce di far esaminare domani pomeriggio le circa 40 manifestazioni di interesse pervenute al Comune e insediare l’Assemblea dopodomani? Da un po’ di tempo sentiamo il sindaco citare con una buona frequenza lo Urban Center e questo ci ha indotto a ritenere che egli fosse sinceramente interessato a vederlo in funzione. Abbiamo forse sbagliato?
Che fine ha fatto l’Urban Center?
Da almeno quattro anni Policentrica ed altre associazioni dell’Aquila sostengono la necessità di dotare la città da ricostruire di uno spazio operativo di confronto fra cittadini ed istituzioni. Nel novembre scorso, al termine di un lungo e complesso iter procedurale, a ridosso della decisione del consiglio comunale, l’assessore del Comune dell’Aquila, Di Stefano definiva quello […]
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