Fiom e Rsu Intecs in una nota scrivono: ” Ieri ha avuto luogo il primo incontro del tavolo di crisi per il sito aquilano di Intecs, istituito dalla Regione Abruzzo. Si è trattato di un incontro interlocutorio in cui l’azienda ha delineato le sue intenzioni rispetto all’utilizzo del personale e dell’immobile di proprietà,proprio in questi giorni sgomberato dei dipendenti che ora occupano locali in affitto situati a poche centinaia di metri.
Lo scenario delineato dall’azienda al momento non sarebbe soddisfacente perché privo di sufficienti garanzie in termini di occupazione per la totalità dei lavoratori. La Regione, nella persona del vicepresidente Lolli, si è resa disponibile a individuare percorsi che possano mettere l’azienda in condizioni di potersi avvalere di finanziamenti pubblici destinati sia a progetti di innovazione tecnologica sia a piani di risparmio energetico. I lavoratori chiedono che a fronte della disponibilità offerta dalle istituzioni ci sia un impegno concreto da parte dell’azienda rispetto al mantenimento dell’occupazione sul nostro territorio. Al fine di seguire l’evolversi della situazione nell’ambito del tavolo di crisi permanente è stato fissato un nuovo incontro presso la Regione per il 19 maggio”.
NdR- La vicenda Intecs è una di quelle vicende dolorose ed incresciose che attraversano il territorio dell’Aquila, ci racconta la storia di un polo elettronico di grande tradizione e con grandi professionalità, che per anni ha impegnato un numero abbastanza rappresentativo di unità lavorative, oggi ridotte a pochissime unità. Il lavoro a L’Aquila non può andare più via e l’ eccellenze di questo territorio andavano preservate e non barattate, lo gridavano e lo gridano i primi licenziati Intecs di febbraio 2013 nella totale indifferenza dei sindacati e della politica locale. Non si comprendono bene le relazioni sindacali intraprese in tutti questi anni di agonia e siamo fortemente preoccupati sulla strategia aziendale Intecs in termini di prospettiva. Pertanto, invitiamo la Politica a valutare attentamente l’esigenza di chi porta lavoro sul territorio, perchè portare lavoro significa portare anche occupazione e non prelevare ed andare via.
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