La piaga della tratta degli esseri umani e la tragiche conseguenze da essa derivanti, è una delle emergenze più gravi degli ultimi giorni, con i drammatici naufragi avvenuti nel mar Mediterraneo, che soltanto nell’ultima settimana hanno causato la morte di più di un migliaio di disperati, scappati dal loro Paese di origine, con la speranza, vana, di trovare, oltre l’orizzonte, un futuro migliore. I governi degli Stati europei e anche l’establishment dell’Unione stanno vivendo giornate di grandissima difficoltà, nel tentativo, spesso non troppo convinto, di trovare una soluzione ad una situazione ormai drammatica ed insostenibile dal punto di vista umano.
Oggi, uno studio condotto presso la City University London, potrebbe arrivare in soccorso dei Governi europei. Secondo le due economiste Alice Messnard ed Emmanuelle Auriol, l’applicazione di un nuovo modello economico di vendita dei visti potrebbe contribuire all’eliminazione della piaga del traffico di esseri umani. Un ripensamento totale degli schemi esistenti in materia di controllo dell’immigrazione, per tagliar fuori dal mercato i trafficanti di uomini, organizzatori dei viaggi della speranza, che spesso, per i migranti, di speranza sono privi. “È evidente che i metodi tradizionali di repressione non siano in grado di arrestare il flusso di migranti che entrano illegalmente in altri paesi, tra cui il Regno Unito e l’Europa”, dichiara la Dottoressa Mesnard, coautrice dello studio. “La nostra ricerca osserva il problema alla radice e, tenendo conto delle altre opzioni disponibili, riteniamo che la nuova e insolita politica che proponiamo sia l’unica soluzione sostenibile. Il traffico di esseri umani costituisce un rischio enorme per i migranti, permette alle organizzazioni criminali di guadagnare denaro e ostacola i governi nelle attività di regolamentazione dei flussi di persone che attraversano le loro frontiere. Se lo scopo è controllare i flussi migratori ed eliminare i trafficanti, un’idea migliore è quella di abbinare le politiche di repressione alla vendita di visti a prezzi che taglino fuori dal mercato i trafficanti”.
Le ricercatrici dell’Università londinese propongono di mettere in vendita i visti allo stesso prezzo richiesto dai trafficanti. Un espediente che spingerebbe i trafficanti a diminuire le richieste economiche nei confronti dei disperati, per fare concorrenza alle autorità. Questo potrebbe comportare il rischio di aumento del numero dei migranti illegali, soprattutto di quelli più poveri, “attratti” dai prezzi più bassi offerti dagli scafisti senza scrupoli. Tuttavia, secondo le ricercatrici, questo pericolo sussisterebbe soltanto fino al momento in cui i prezzi dei visti non raggiungesse livelli così bassi (in seguito al continuo adattamento all’”offerta” dei trafficanti), da tagliar fuori dal mercato gli scafisti. Le entrate derivanti dalla vendita dei visti poi, potrebbero contribuire anche alla lotta contro gli sbarchi illegali, migliorando i controlli interni e alle frontiere, con i conseguenti aumenti dei costi per i trafficanti. Secondo la Dottoressa Messnard questo sarebbe l’unico modo per consentire alle autorità di rendere antieconomica per i trafficanti l’organizzazione dei viaggi della speranza, senza far scendere troppo il prezzo dei visti. “I costi operativi dei trafficanti aumentano con l’applicazione dei controlli alle frontiere”, continua la ricercatrice londinese. “Un modo per limitare l’aumento dei flussi migratori che risulterebbe dalla nuova politica sarebbe quello di far aumentare questi costi contemporaneamente all’applicazione di un prezzo per i visti”. Una proposta potenzialmente rivoluzionaria, che unita ad un’adeguata repressione interna dell’immigrazione illegale, potrebbe infliggere un serissimo colpo a questi moderni Caronte senza umanità, che trasportano persone disperate da una parte all’altra dello stesso inferno, spesso senza giungere nemmeno a destinazione.
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