“Colpevolizziamo le fedi ma non è vero. Non sono gli uccisi scaricati in mare la causa del male dell’uomo”. Con parole dense di significato Padre Quirino Salomone, il francescano rettore della Basilica di San Bernardino in Piazza d’Armi e fondatore a della Mensa dei Poveri dell’Aquila, commenta la più grande tragedia avvenuta nelle acque del mar Mediterraneo. Un’ecatombe di 700 morti, vittime di un ‘traffico di uomini’ che sembra assumere sempre di più le sembianze e le proporzioni di un nuovo genocidio. Una moltitudine di vittime che non è più accomunata dalla razza ma soltanto dalla disperazione. Migranti in fuga dalla Libia che, in viaggio su barconi fatiscenti, avevano affidato al mare una speranza, partiti alla ricerca di una vita migliore, forse inconsapevoli di rappresentare un businness da 10 miliardi l’anno per i ‘mercanti del mare’. “Non è il conflitto tra le religioni il vero problema” spiega deciso Padre Quirino Salomone, all’indomani il disastro avvenuto nel canale di Sicilia, con dinamiche ancora tutte da verificare. Secondo la ricostruzione degli inquirenti il naufragio del barcone, con 850 uomini a bordo, è avvenuto sia per lo spostamento in massa dei migranti sulla barca, sia per una collisione con il mercantile che li stava soccorrendo.
“Ingannati alla partenza e impossibilitati di una degna accoglienza. Il viaggio della speranza rappresenta una duplice delusione. Tutto previsto – accusa perentorio il francescano – quando è l’economia a tirare le fila dell’ingiustizia sociale alimentando conflitti tra poveri. E’ in atto una vera e propria guerra fredda, una lotta contro il sacro. L’arma universalmente valida pensata dai poteri occulti è quella monetaria. La delinquenza assassina dell’economia – così Padre Quirino descrive le dinamiche sugli sbarchi in atto, alla ribalta delle cronache internazionali. ”
Una testimonianza diretta quella di Padre Quirino. Sono infatti numerosi i migranti ospitati nel Centro di accoglienza della Mensa di Celestino, a Piazza d’Armi, naufraghi sopravvissuti al mare, trasferiti dall’isola di Lampedusa in altre località dello stivale. “Signore fa che questo nostro andare, questo nostro cammino verso la libertà, non termini nel fondale di qualche mare” Così un giovane appena arrivato a L’Aquila, in preghiera insieme ai fedeli di San Bernardino, ha rivolto il pensiero ai suoi cari che, rapiti dal mare, a Lampedusa non sono mai arrivati.
Daniela Braccani
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