I Paesi dell’area Schengen si mobilitano congiuntamente contro i trafficanti di uomini, donne e bambini nordafricani. L’obiettivo è quello di trovare una strategia d’azione comune, per fermare il massacro di migranti attualmente in corso nel Mediterraneo, che ha raggiunto il suo culmine con i naufragi dei giorni scorsi, costati la vita, da soli, ad 850 persone. Il lavoro delle diplomazie europee potrebbe condurre all’approvazione, durante il Consiglio Europeo straordinario convocato per oggi, di un piano d’azione composto da 13 punti, per rafforzare i controlli e, soprattutto, evitare le stragi. I punti di discussione principale riguardano la distruzione preventiva, sulle coste libiche, delle imbarcazioni dei mercanti di morte e il rafforzamento delle missioni di pattugliamento del Mediterraneo già in atto da tempo, denominate Triton e Poseidon.
Se l’accordo verrà effettivamente approvato, ci sarà un notevole incremento delle risorse finanziarie destinate alla lotta contro l’immigrazione clandestina, nonché un aumento della quantità di mezzi a disposizione delle missioni internazionali. In particolare, la Gran Bretagna, il Belgio e addirittura la Norvegia, che non fa parte dell’Unione, pur non essendo Nazioni direttamente coinvolte nei fenomeni migratori nordafricani, sarebbero pronte a fornire i propri mezzi, per aiutare gli altri Stati Europei nella dura lotta contro gli scafisti e i loro viaggi di morte.
“I leader Ue si impegnano a intraprendere sforzi sistematici per identificare, catturare e distruggere i barconi prima che siano utilizzati dai trafficanti”. La bozza di accordo, trapelata ieri dalle stanze dei bottoni di Bruxelles, prevedeva anche un appello dei capi di governo, rivolto all’Alto Commissario Federica Mogherini, per richiedere l’immediata preparazione di operazioni di sicurezza e difesa, con la copertura delle Nazioni Unite. Il tutto unito ad una serie di aiuti economici agli Stati nordafricani per incrementare i controlli alla partenza.
Nel frattempo, in Italia, Paese che più di tutti è coinvolto nel traffico dei migranti, il dibattito politico si è acceso dopo le stragi degli ultimi giorni, sfociando in una risoluzione parlamentare, appoggiata dall’esecutivo, con la quale l’Italia non esclude l’applicazione di misure non implicanti l’uso della forza nei confronti della Libia. In particolare, si è parlato di interruzione delle relazioni economiche e diplomatiche.
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