Via libera al “Divorzio breve”, addio anche in 6 mesi

Via libera dell’aula della Camera al ddl sul divorzio breve con 398 si’, 28 no e 6 astenuti. Il testo, in terza lettura a Montecitorio, non e’ stato modificato e, quindi, diventa legge. A favore hanno votato Pd, Sel, M5s, Scelta civica, Psi e Alternativa Libera. Forza Italia e Area Popolare hanno dichiarato il loro […]

Via libera dell’aula della Camera al ddl sul divorzio breve con 398 si’, 28 no e 6 astenuti. Il testo, in terza lettura a Montecitorio, non e’ stato modificato e, quindi, diventa legge. A favore hanno votato Pd, Sel, M5s, Scelta civica, Psi e Alternativa Libera. Forza Italia e Area Popolare hanno dichiarato il loro si’ lasciando, pero’, anche liberta’ di coscienza, viste le “diverse sensibilità” presenti nei gruppi. La Lega Nord ha lasciato liberta’ di coscienza. A titolo personale ha votato contro Antonio Palmieri (Fi).

Da oggi, dunque, tempi più rapidi per divorziare.

Stop alla separazione di 3 anni per chiedere il divorzio. Il termine scende a 12 mesi per la separazione giudiziale e a 6 mesi per la consensuale, indipendentemente dalla presenza o meno di figli. Il termine decorre dalla comparsa dei coniugi davanti al presidente del tribunale.

La comunione dei beni si scioglie quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o al momento di sottoscrivere la separazione consensuale.

Il ‘divorzio breve’ sarà operativo anche per i procedimenti in corso.

Il clima in parlamento è cambiato. Dopo 12 anni dalla prima proposta di legge sul divorzio breve, il voto cattolico non affossa piu’ le nuove norme per dirsi addio. Il primo tentativo della Camera di approvare un testo fu nel 2003, e da allora, nelle varie legislature che si sono succedute, un asse trasversale a tutti gli schieramenti è sempre riuscito ad impedire l’approvazione della legge.

Nel mutato clima alla Camera pero’ ci sono ancora 28 ‘irriducibili’ del ‘no’ che oggi hanno votato contro (da segnalare nessuno del Pd). Si tratta di: Alessandro Pagano, Paola Binetti ed Eugenia Roccella per Ap (Udc-Ncd); Giorgia Meloni, Gaetano Nastri e Fabio Rampelli per Fdi; Annagrazia Calabria, Antonio Distaso, Fabrizio Di Stefano, Riccardo Gallo, Antonio Palmieri, Giuseppe Romele, Luca Squeri, Paolo Vella per Forza Italia; Stefano Borghesi, Massimiliano Fedriga, Paolo Grimoldi, Guido Guidesi, Cristian Invernizzi, Nicola Molteni, Marco Rondini per la Lega (da segnalare che Umberto Bossi ha votato ‘sì’); hanno detto ‘no’ anche gli ex iscritti al gruppo Lega (ora nel Misto) Matteo Bragantini, Roberto Caon, Emanuele Prataviera, Rudi Franco Marguerettaz (Minoranze linguistiche); Nissoli Fucsia Fitzgerald, Gian Luigi Gigli, Mario Sberna per Per l’Italia-Centro democratico.

I sei astenuti sono i seguenti deputati: Raffaele Calabro’ e Paolo Tancredi per Ap; Gianfranco Chiarelli e Cosimo Latronico per Fi; Angelo Attaguile (Lega); Gaetano Piepoli (Pi-Cd).

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