“Bombardare i barconi è un’idea stranissima: ma cosa bombardano? C’è il diritto internazionale. Bombardare in un Paese è un atto di guerra“. Lo dice il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio consiglio per la pastorale dei migranti e degli itineranti, in un’intervista al Servizio informazione religiosa.
Poi, si chiede: “A cosa mirano? Solo ai piccoli battelli dei migranti? Chi garantisce che quell’arma non uccida anche le persone vicine, oltre a distruggere i barconi? E poi, anche se fossero distrutti tutti i battelli, il problema dei migranti in fuga da conflitti, persecuzioni e miseria continuerà ad esistere. Allora che facciamo? Li lasciamo morire dove sono? È inutile bombardare le imbarcazioni, le persone disperate troveranno sempre sistemi per fuggire: faranno altri barconi, passeranno via terra. Ricordiamoci che la maggior parte dei migranti non arriva dal Mediterraneo ma dalle frontiere terrestri.Finché ci saranno guerra, dittature, terrorismo e miseria ci saranno i profughi, che andranno dove possono andare”.
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