Gli italiani sono prontissimi a pedalare appena si creano le condizioni per farlo. Nonostante la sensazione diffusa che l’Italia che si sposta in bici arranchi in coda al gruppo delle nazioni settentrionali della Ue, “20 comuni capoluogo vantano performance di ciclabilità di livello europeo: aPesaro, Bolzano, Ferrara e Treviso almeno un quarto della popolazione si sposta a pedali“.
Non solo: “in altre cinque città il 20% degli spostamenti è soddisfatto dalle bici e in 11 la percentuale di ciclisti è superiore alla soglia del 10%”. E’ quanto emerge da l’’A Bi Ci della Ciclabilità’, ricerca sull’uso della bici nelle città italiane capoluogo di provincia realizzata da Legambiente in collaborazione con Rete Mobilità Nuova e presentata oggi a Roma, alla vigilia di VeloLove, il festival nazionale del ciclismo urbano dal 1 maggio al 7 giugno. L’incontro ha visto la partecipazione del Sottosegretario all’Ambiente Silvia Velo, del responsabile aree urbane di Legambiente Alberto Fiorillo, della responsabile Unità Ambiente Urbano e Paesaggio di Istat, Alessandra Ferrara.
Accanto a grandi aree urbane, da Bari a Torino, dove la mobilità non motorizzata fatica ad affermarsi, “in tante realtà il numero dei frequent bikers è in costante crescita grazie all’azione dell’amministrazione locale o spontaneamente”. Il raffronto con la situazione europea “è per certi versi sorprendente- segnala la ricerca- anche se è vero che l’Italia nel complesso esce male ed è innegabile la distanza che separa le nostre grandi città (Torino, Roma e Bari ad esempio) da alcuni grandi centri urbani europei (come Amsterdam, Berlino, Copenaghen), è assai significativo che Bolzano, Pesaro e Ferrara compaiano nella classifica delle 20 città europee che hanno la maggior percentuale di spostamenti in bici sul totale degli spostamenti”.
Davanti a tutti, dunque, Pesaro e Bolzano dove monta in sella quotidianamente quasi il 30%degli abitanti, poi Ferrara (27%) e Treviso (25%). “Risultati frutto di un preciso progetto delle amministrazioni locali teso a favorire la mobilità nuova all’interno del centro abitato e il passaggio da un uso quasi esclusivamente ricreativo della bicicletta a un utilizzo per i movimenti casa-scuola e casa-lavoro”, segnalano Legambiente e Rete mobilità nuova. In ognuno dei quattro comuni, “si è partiti dalle esigenze di mobilità dei cittadini e lavorato su un’infrastrutturazione leggera (con la messa in sicurezza dello spostamento non motorizzato, ottenuta anche attraverso una moderazione in alcune zone a 30 o a 20 kmh della velocità dei veicoli a motore) e su una comunicazione che fa diventare il cittadino che si muove con le proprie gambe il principale protagonista di una città smart”.
L’impressione generale che si ricava da l’A Bi Ci della Ciclabilità è che in molte città sia ‘bici boom’ e che l’uso delle due ruote nei giorni feriali stia raggiungendo livelli davvero interessanti. Infatti “almeno un quinto degli abitanti di Ravenna, Rimini, Piacenza, Sondrio e Venezia-Mestre preferisce ormai stabilmente questo stile di mobilità e anche a Pordenone, Biella, Pavia, Reggio Emilia, Novara, Padova, Pisa, Cremona la percentuale di domanda di mobilità soddisfatta dalle bici è estremamente positiva.
Anche l’ampia e approfondita mole di informazioni raccolta da Istat sulla qualità dell’ambiente urbano segnala – relativamente alla mobilità – l’affermarsi di nuove tendenze. Continua la crescita del car sharing, attivo nel 2013 in 22 città, con circa 1.000 veicoli (il 23% elettrici) e oltre 25 mila abbonati (+36% in un biennio). I servizi di bike sharing sono attivi in 58 città (10 in più in un biennio) con oltre 1.000 punti di prelievo (+42%) e quasi 10 mila biciclette (+62%). Bike sharing e car sharing, in virtù della loro diffusione, compaiono tra le new entry del paniere di riferimento Istat per la rilevazione dei prezzi al consumo.
“Dai dati della ricerca ‘A Bi Ci della Ciclabilità’ emerge chiaramente un aumento dell’uso della bicicletta come vero e proprio mezzo di trasporto nelle città italiane- dice Silvia Velo, sottosegretario all’Ambiente– è del tutto evidente, quindi, l’esigenza delle Amministrazioni Locali e dello stesso ministero dell’Ambiente di promuovere a livello locale e nazionale la diffusione della mobilità ciclistica, sia per ridurre le emissioni di gas inquinanti nell’atmosfera, sia per sostenere una vero e proprio cambiamento delle abitudini spostamento dei cittadini. Siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione culturale: alcuni Paesi Europei l’hanno colta diversi anni fa, sta all’Italia, adesso, sfruttare le opportunità che un mezzo come la bicicletta, a zero emissioni e senza costi di carburante, può offrire”. Il cambiamento degli stili di mobilità, “più che dalla crisi economica, è probabilmente favorito dalla crisi del vecchio modo di muoversi all’interno delle aree urbane- sottolinea il responsabile aree urbane di Legambiente Alberto Fiorillo- c’è una forte insofferenza rispetto a una quotidianità fatta spesso di ingorghi, stress, tempo perso, smog e così chi pedala prende sempre più spazio. Purtroppo non c’è possibilità (mancano informazioni statistiche dettagliate) per fare un paragone con la situazione di 5 o 10 anni fa. Ma è evidente che ritrovare oggi ben 17 città italiane con una mobilità ciclabile che soddisfa tra il 15 e il 30% della domanda di trasporto testimonia che il ciclismo urbano non è più un fenomeno di nicchia e che la strada aperta da questi Comuni virtuosi concentrati nel nord del Paese può essere positivamente copiata nel resto d’Italia”.(Dire)
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