B.B. King, al secolo Riley B. King, uno dei più grandi musicisti blues di ogni epoca, si è spento questa notte, a Las Vegas, nel sonno. Il prossimo 16 settembre avrebbe compiuto 90 anni. The grand master, come lo aveva ribattezzato Eric Clapton, combatteva da decenni contro il diabete di tipo 2 e durante lo scorso mese di aprile era stato ricoverato per una disidratazione, causata proprio dalla patologia dalla quale era afflitto. Non si esibiva più dal vivo dallo scorso ottobre, quando un malore accusato durante un concerto, lo aveva costretto a sospendere il tour.
Nato a Itta Bena, in Mississippi, nel 1925, la sua è stata una parabola ascendente senza freni, partita dai campi di cotone del profondo Sud, per arrivare ad un successo musicale di livello planetario, che l’ha condotto a diventare uno dei più importanti musicisti di ogni epoca. Con il suo sound inconfondibile, ha ispirato migliaia di musicisti in tutto il mondo, vendendo una quantità di dischi difficilmente quantificabile. Nel corso della sua carriera ha vinto la bellezza di 15 Grammy Awards, l’ultimo dei quali nel 2009, per l’album “One Kind Favor”.
King ebbe il suo primo approccio con la musica in chiesa, ascoltando i cori gospel. Da lì, nacque un amore incondizionato, che nel 1943 lo spinse ad avvicinarsi alla chitarra, strumento dal quale non si sarebbe mai più separato. Quello di BB King con il suo strumento era quasi un rapporto sentimentale, tanto che l’artista era solito riferirsi alla sua chitarra, una Gibson ES-355 custom, con il nomignolo di “Lucille”, attribuitole nel 1949, dopo che l’aveva salvata da una rissa in un locale, che successivamente seppe scoppiata a causa di una cameriera di nome Lucille. Ad essa ha dedicato addirittura una canzone e forse è stata proprio lei l’unica “donna” che King abbia veramente amato nel corso della sua vita. Nonostante i due matrimoni ed i 15 figli avuti da altrettante donne diverse, il grande musicista ha affermato che “soltanto Lucille era in grado di darmi pace”.
E forse anche per questo sconfinato amore per lo strumento della sua vita, nella sua musica King non eseguiva mai delle parti di accompagnamento, limitandosi alle sole parti soliste, intervallate dalla voce. La rivista Rolling Stone lo ha piazzato al sesto posto della classifica dei migliori chitarristi di ogni epoca, ma se gli aveste chiesto cosa significasse per lui la musica, lui vi avrebbe risposto: “Per me la musica è stata un divertimento, non un lavoro”.
Luca Marrelli
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