Il calcio femminile mette in scena una clamorosa protesta, contro le parole pronunciate dal Presidente della lega nazionale dilettanti, Carlo Belloli che, qualche giorno fa aveva etichettato come “quattro lesbiche”, le giocatrici di calcio. Non sarà disputata infatti, la finale di Coppa Italia di calcio femminile tra Brescia e Tavagnacco, che era prevista per Sabato prossimo. È questo il contenuto della decisione presa al termine dell’incontro tra calciatrici e tecnici, rappresentanti le squadre di serie A e Serie B, tenutosi questa mattina a Milano, per discutere della situazione del calcio in rosa nel nostro Paese, proprio all’indomani delle parole pronunciate da Belloli.
Nel frattempo, l’Associazione Italiana calciatori e l’Aiac continuano a richiedere le dimissioni del Presidente in carica, il quale però continua a resistere, convinto che un eventuale passo indietro sarebbe giustificato, soltanto nel momento in cui arrivasse una condanna. A dispetto della sua protervia però, le voci di dimissioni (Sensi o Morace sarebbero pronte a subentrare) si fanno sempre più insistenti.
Le stesse associazioni poi, richiedono una rivoluzione nel mondo del calcio femminile, che dovrebbe staccarsi dalla Lega Nazionale Dilettanti, per fondare un movimento indipendente: “È giunto il momento, dopo 30 anni di inefficienza ed immobilismo, di dare autonomia al calcio femminile uscendo dalla Lega Nazionale Dilettanti. Ciò permetterebbe di gestire tutto il movimento dal vertice alla base attraverso una filiera unica”. Infine, le componenti tecniche chiedono con convinzione alla Federcalcio un maggiore coinvolgimento nel processo di questo epocale cambiamento del calcio femminile.
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