Tutto un grosso equivoco, causato dalla cattiva interpretazione di frasi estrapolate dal contesto, ascoltate e trascritte talvolta in maniera incompleta. È questa la linea difensiva scelta da Ercole Di Nicola, l’ormai ex direttore sportivo dell’Aquila Calcio, arrestato martedì nell’ambito dell’inchiesta Dirty Soccer, portata avanti dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, che ha scoperchiato un nuovo nebuloso calderone di calcioscommesse, coinvolgente 30 squadre tra Lega Pro e Serie D, oltre a una quindicina di calciatori, otto dirigenti e sei presidenti di società.
Una “difesa” resa nota dalla legale dell’ex dirigente rossoblù, Libera D’Amelio, del Foro di Teramo, spostatasi a Venezia per assistere Di Nicola, che nella città lagunare è stato arrestato, per poi essere trasportato nel carcere di Santa Maria Maggiore. Il 38enne originario di Morro d’Oro infatti, nell’interrogatorio di garanzia davanti al Giudice per le Indagini Preliminari di Venezia, si era avvalso della facoltà di non rispondere, su consiglio proprio della legale. D’Amelio, al termine dell’udienza, ha chiesto l’immediata scarcerazione del suo assistito o, in subordine, la concessione degli arresti domiciliari. Il Pubblico Ministero Elio Romano, che ritiene Di Nicola uno dei punti cardine dell’inchiesta sul calcioscommesse, ha espresso parere negativo su entrambe le richieste dell’avvocato. Ora la decisione spetterà al Gip, nell’udienza di convalida dell’arresto prevista per oggi.
La legale dell’ex dirigente dell’Aquila Calcio, ha parlato del suo cliente come di un uomo profondamente turbato, incredulo di fronte alle accuse che gli sono state mosse e fortemente preoccupato che la vicenda possa rovinare la sua immagine e quella della società rossoblù, mettendo fine ad un progetto tecnico ambizioso, iniziato da tanti anni. Di Nicola, sempre secondo quanto raccontato dal suo legale, avrebbe voluto parlare di fronte al Gip per proclamare la sua innocenza, ma avrebbe desistito su consiglio del proprio rappresentante. L’ex Ds si è dichiarato completamente estraneo al calcioscommesse, descrivendo le telefonate incriminate come conversazioni di tipo calcistico che lui riceveva da altri dirigenti, soltanto per la sua profonda conoscenza del campionato.
Lascia un commento