L’Istituto di Ortofonologia (IdO) presenterà negli Stati Uniti, domani e mercoledì (26 e 27 maggio) in una conferenza internazionale alla Monmouth University, il primo Test sul contagio emotivo (Tce) – la sua nuova scala di osservazione per rilevare il grado di empatia nei minori con autismo, la risposta emozionale e predittiva dei loro potenziali passaggi evolutivi –, il progetto terapeutico Tartaruga – un approccio intensivo, integrato ed evolutivo per coinvolgere nella terapia la triade bambino con autismo, famiglia e scuola – e, infine, il Test sugli stati mentali dell’IdO, una rielaborazione del test di Meltzof per comprendere l’intenzione dell’altro e la sua applicazione nei bambini con autismo.
Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell’IdO, Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapie dell’IdO, e Lidia Racinaro, psicoterapeuta dell’età evolutiva dell’IdO, saranno infatti i relatori del convegno internazionale su ‘La percezione nell’autismo attraverso le differenti culture. Prospettive sulla patologia del linguaggio e sugli approcci educativi’, promosso dalla School of Education’s Speech-Language Pathology Program (Facoltà di Pedagogia), l’Insitute of Global Understanding, l’Office of Global Initiatives e il Center for Excellence in Teaching and Learning della Monmouth University (West Long Branch nello Stato del New Jersey ) nel Wilson Auditorium.
Negli Stati Uniti i “Disturbi dello spettro autistico colpiscono circa un bambino su 68”, aprendo “significative sfide sociali, comportamentali e comunicative”. La Monmouth University ha quindi deciso di promuovere un confronto sulle “opzioni di trattamento diverse da paese a paese. Negli Stati Uniti- spiega Patrizia Bonaventura, docente di Patologia del linguaggio e promotrice dell’evento- sono praticate soprattutto tecniche riabilitative di tipo comportamentale. È questa l’opzione migliore per le persone con autismo- si chiede l’esperta- oppure sarebbe meglio integrare le principali terapie offerte in Italia, che si concentrano su un lavoro di tipo individuale attento agli aspetti emotivi all’interno di una relazione efficace con i coetanei e i familiari? Approfondiranno questo tema- fa sapere Bonaventura- studiosi provenienti da Italia e Stati Uniti, per vagliare le migliori pratiche nel trattamento dell’autismo”.
L’obiettivo del convegno è “contribuire al miglioramento degli interventi evidence-based per le persone coinvolte nel Disturbi dello spettro autistico, fornire strumenti per sostenere questi soggetti e le loro famiglie, e- aggiunge la professoressa- assistere gli operatori sanitari e gli educatori”. All’evento saranno presenti anche logopedisti e insegnanti di sostegno specializzati nell’autismo.
Il 26 maggio verrà spiegato nel dettaglio il progetto Tartaruga con un workshop di dimostrazione della terapia. Gli esponenti dell’IdO porteranno la loro esperienza italiana, testata su centinaia di bambini, per mostrare che il modello d’interazione corporea costituisce la possibilità relazionale grazie alla quale il terapeuta può consentire al bambino autistico l’accesso al mondo esterno, permettendogli di dare forma al potenziale intellettivo altrimenti inesprimibile.
Il 27 maggio il focus passerà sulla diagnosi con il Test sugli stati mentali e il Tce, il primo e più rapido strumento di rilevazione dei precursori dell’empatia creato dall’IdO, e già testato su 300 bambini con disturbo dello spettro autistico negli ultimi 3 anni.
La Monmouth University è “interessata a promuovere una prospettiva multiculturale- conclude Bonaventura- sui programmi educativi per i bambini autistici nelle scuole”. Di Renzo, Castelbianco e Racinaro mostreranno a tal fine i video e i risultati delle ricerche condotte nell’ambito del progetto Tartaruga, del Test sugli stati mentali e del Tce. Il convegno sarà chiuso da Stacey Lauderdale, professoressa di Educazione speciale nella Monmouth University, con una presentazione sui molteplici aspetti all’interno del trattamento e della valutazione dei bambini negli Stati Uniti.
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